Comune, troppi tagli da Roma e si fa fatica a coprire le spese

MANTOVA Non è un bilancio che possa accontentare qualcuno quello predisposto in Comune per il 2024, e la cui discussione è iniziata ieri nella commissione dedicata, prima di arrivare al voto consiliare previsto a fine dicembre. Il sindaco Mattia Palazzi e l’assessore delegato, il vicesindaco Giovanni Buvoli, allargano le braccia lamentando i tagli dei trasferimenti dal governo centrale, mentre nel contempo si acutizzano le uscite inevitabili e i costi; le opposizioni invece minimizzano le restrizioni da Roma, imputando all’ente locale una scarsa gestione della spesa.
Sui tavoli consiliari intanto ballano le cifre. Con il nuovo anno sono previste decurtazioni dei trasferimenti statali per circa 600mila euro (a tutti i Comuni la manovra in via di definizione a Palazzo Chigi prevede tagli per complessivi 200 milioni),
Ma il contraltare delle restrizioni sulla capacità di spesa sono invece certi aumenti di costi vivi che sulla spesa corrente andranno a pesare per circa 3 milioni, e in queste voci troviamo sì l’impennata delle utenze e i rinnovi dei contratti del personale, ma anche gli aumenti delle indennità degli amministratori; cosa messa in conto e rilevata dagli esponenti di minoranza.
Una ulteriore voce di spesa schizzata oltre le previsioni deriva dall’indebitamento per opere pubbliche: gli interessi dei mutui, per ogni milione di chiesto alle banche, sono passati da 65mila euro a 110mila euro all’anno, e attualmente i milioni richiesti sono 8, ma con previsione di aggiungerne altri 6 necessari a finire opere già iniziate: di questi, 2,5 saranno destinati al comparto di Mantova Hub e 3,1 alla nuova scuola primaria di Borgochiesanuova in via Rinaldo Mantovano.
Le spese ci sono, dicono il sindaco e il suo vice. Il solo verde pubblico nel 2017 pesava per 2,3 milioni, e ora peserà per 3,5; il piano annuale degli asfalti costerà un milione; il costo del personale, che nel 2016 dava un gravame di 16 milioni, nel 2024 ne costerà 19. La conferma dei nidi gratis avrà ancora 150mila euro di uscite, e i bus navetta nei parcheggi scambiatori sono passati da un costo annuo di 350mila euro a 500mila, al netto dei costi gestionali degli stessi scambiatori.
Scarso ossigeno arriverà dalle maggiori entrate tributarie per centinaia di migliaia di euro, e limitate a 680 mila euro per l’aumento delle tasse di soggiorno, e ai pass auto in Ztl (il gettito previsto è di +690mila). Nel 2023 il recupero dell’evasione, soprattutto dovuto a Imu pregresse, ha portato 5 milioni in via Roma, ma quanti ne porterà il 2024? Resta poi il cumulo pluriennale dei crediti inesigibili, già pesante di suo per svariate decine di milioni, e ulteriormente cresciuto di 5,3 milioni nell’anno in corso.
Per il capo dell’opposizione Stefano Rossi (Mantova ideale), malgrado le rassicurazioni di Buvoli che parla di un “ente sano”, siamo invece prossimi alle soglie della malagestione delle risorse pubbliche: «L’accusa rivolta al governo è risibile, dato che si parla di un “niente” rispetto agli aumenti dei costi che ci sono e agli sprechi. Quando il sindaco si vanta di avere accresciuto il verde in città non ne tiene in conto i costi di gestione. Persino sulle iniziative non è capace di economizzare: come si fa a chiedere alla gente di sacrificarsi sui pass, mentre lui per un concerto di due ore spende 220mila euro?», conclude Rossi.