MANTOVA – Viene letta come un bicchiere mezzo pieno, non mezzo vuoto, la sentenza che ha respinto il ricorso dell’Autobrennero al Tar del Lazio per ottenere la sospensiva al bando ministeriale per la concessione cinquantennale della A22, nella parte in cui la società contestava la richiesta di rinuncia alla rivalsa in caso di cancellazione del diritto di prelazione. La partita infatti prospetta scenari che potrebbero sortire sorprese.
Anche se rimangono in piedi i ricorsi dei consumatori e di Autostrade per l’Italia, che chiedono di annullare il bando per la manifestazione d’interesse, a detta di taluni analisti potrebbe profilarsi questo scenario: il bando potrebbe essere viziato dalla mancanza di decisioni sul diritto di prelazione. Quindi non è chiaro se l’offerta dovrà fare riferimenti a quella base di Autobrennero considerata non sostenibile dal ricorso di Api o essere svincolata da essa. Soluzione? Che Autobrennero diventi un “public company” evitando la gara europea e che la A22 diventi un’opera di pubblica utilità.