Confai Lombardia: le criticità dell’agricoltura di piccola scala

MANTOVA “Il dibattito che ha avuto luogo nelle scorse settimane nel quadro del tavolo di partenariato del Mipaaf sulla nuova Pac 2023-2027 ha mostrato una serie di criticità tipicamente italiane legate alla cosiddetta agricoltura di piccola scala. In assenza di una risposta organica alle caratteristiche di un tessuto agricolo nazionale ancora eccessivamente frammentato, non si potranno innescare efficaci dinamiche di sviluppo in un settore primario nel quale quasi i tre quarti delle aziende si trova ancora al di sotto della soglia di 25.000 euro di valore della produzione”.

Così il presidente di Confai Lombardia, Leonardo Bolis, ha inteso rimarcare l’urgenza di un tema evidenziato in sede istituzionale dallo stesso ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e ripreso nei giorni scorsi dalla Rete Rurale Nazionale in un approfondimento sul prossimo Piano Strategico Nazionale.

“L’allarme sulla struttura particolarmente fragile e dispersa del sistema agricolo italiano era già stato lanciato all’inizio di novembre dal Centro di ricerche Politiche e Bioeconomia del Crea – ricorda il coordinatore regionale, Sandro Cappellini -. Di fronte al dato contabile oggettivo che vede quasi la metà delle imprese agricole italiane contribuire solo per il 2% alla produzione lorda vendibile del settore, è impensabile continuare ad avallare vecchi schemi di sostegno basati sulla mera distribuzione di sussidi, che da tempo si sono rivelati come elementi frenanti nei processi di crescita e innovazione dell’imprenditorialità agricola”.

“Negli scenari che si prospettano per i prossimi anni un gran numero di microimprese agricole avrà sempre meno possibilità di far quadrare i bilanci a causa delle fluttuazioni cicliche di mercati governati da logiche globali – osserva il segretario regionale, Enzo Cattaneo -. La situazione attuale impone pertanto a istituzioni e attori economici l’obbligo di adottare con decisione ampie strategie di integrazione e cooperazione”.

A questo riguardo, la Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani continua a sottolineare che un fattore essenziale di recupero della competitività delle piccole e medie imprese agricole deve essere ravvisato nell’impulso offerto dai servizi del contoterzismo agrario e dall’agricoltura in outsourcing, che consentono di contenere i costi di produzione, facendo leva sulle economie di scala in un’ottica collaborativa.

“Come è stato ribadito nell’ultima riunione del tavolo di partenariato – puntualizza il coordinatore regionale, Sandro Cappellini – l’auspicato rilancio dei sistemi produttivi agricoli non può prescindere dall’incentivazione di forti sinergie tra imprese agricole e imprese agromeccaniche atteso che queste ultime, grazie alla specializzazione in operazioni ad alto valore aggiunto e ad un continuo aggiornamento tecnologico, sono in grado di offrire servizi non alla portata della singola azienda agricola”.