Confai Mantova: “Cambiamenti climatici e ricambio generazionale: si attende una scossa”

l settore viaggia – nei vari comparti – a diverse velocità: anche la burocrazia
e la volatilità dei mercati pesano, oltre ai tagli annunciati per la Pac

MANTOVA – Agroecologia, conservazione di precisione, agricoltura di precisione? Come sarà l’agricoltura del futuro? E quale spazio avrà l’Intelligenza Artificiale nel settore primario? Se lo chiede Confai Mantova, rappresentanza provinciale delle imprese agromeccaniche, alla luce del trasporto che sembra contagiare il mondo agricolo, le filiere produttive, gli agricoltori, gli allevatori, i contoterzisti verso l’IA e la digitalizzazione, pur mancando adeguate professionalità formate per la sfida dell’innovazione spinta.
I numeri evidenziano che il settore non è fermo, ma gira a velocità diverse. Secondo le elaborazioni del polo tecnologico Verona agrifood innovation hub, lo scorso anno nel campo delle nuove tecnologie per l’agroalimentare sono nate 407 start-up, che hanno lavorato sia in ambito della produzione e della trasformazione alimentare (29%) che dell’agritech (28%), con attenzione nel segmento dell’agricoltura verso l’automazione delle colture e la robotica, seguite da nuovi sistemi di coltivazione. E la Lombardia si è classificata al primo posto per idee imprenditoriali innovative nel foodtech.
Se si sposta l’attenzione alle immatricolazioni di mezzi agricoli, nei primi nove mesi del 2025 in timido rimbalzo positivo rispetto allo stesso periodo del 2024, la Lombardia ha registrato performance decisamente poco allettanti, con un calo praticamente in tutti i segmenti: trattrici (-7,8%), mietitrebbiatrici (-18,2%), rimorchi (-16%) e sollevatori telescopici (-14,1 per cento). Una sola voce mostra il segno più: le trattrici con pianale di carico (+47,8 per cento).
«Probabile che il comparto agromeccanico e quello agricolo avessero già investito negli anni passati e che oggi si punti ad altri tipi di innovazioni – commenta il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali – ma il segnale fa riflettere ed è tutt’altro che confortante. Basti pensare che a livello mondiale l’unica realtà che sta crescendo è l’India, mentre dagli Stati Uniti all’Europa alla Turchia si assiste a una contrazione».
«L’agricoltura deve fare i conti con diversi gradi di incertezza – aggiunge Stefano Bonisoli, direttore di Confai Mantova -. I cambiamenti climatici, che in questo 2025 sembrano essersi attenuati e almeno per quest’anno restano sullo sfondo, almeno in Europa, sono ormai una costante e hanno ripercussioni sulle produzioni anche quando non si concretizzano in danni diretti».
L’analisi di Confai Mantova guarda anche l’Europa, un tempo fortezza per produzioni di qualità in grado di conquistare mercati e contribuire alla sicurezza alimentare su scala globale, oggi alle prese con un groviglio di norme ideologiche che non sempre incentivano adeguatamente l’agricoltura. A questo, rileva Confai Mantova, si aggiungono i tagli annunciati per la prossima programmazione 2028-2034 dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, pari al 24% rispetto alla Pac precedente.
«Siamo in una fase particolarmente complessa – prosegue Speziali – e l’incertezza con la quale gli agricoltori stanno affrontando il momento cruciale delle semine autunno-vernine è lo specchio di una fase di insicurezza che colpisce i fondamentali del settore. Fra cambiamenti climatici, volatilità dei mercati, appesantimento burocratico, incognite normative e difficoltà di ricambio generazionale, l’agricoltura è indubbiamente sotto pressione».
Il futuro dell’agricoltura passerà sempre di più dalla digitalizzazione e dall’Intelligenza Artificiale, ma per poter declinare al meglio tali opportunità, secondo Confai Mantova, è necessaria una formazione nuova, profonda, ma soprattutto condivisa. «Non basta la raccolta dei dati – afferma Speziali -. Affinché la digitalizzazione in agricoltura e le nuove tecnologie possano offrire strumenti utili per la crescita dell’agricoltura in chiave di intensificazione sostenibile, sarà essenziale una concreta apertura delle imprese verso tutta la catena di approvvigionamento. Altrettanto fondamentale, poi, la condivisione dei dati per una reale ottimizzazione dei processi e dei prodotti”.