Per il presidente Fabio Mantovani preoccupano ancora la questione dei dazi e anche gli ultimi tagli alla politica agricola comune annunciati dalla presidente della Commissione
MANTOVA – È un’annata a due velocità il 2025 per l’agricoltura e l’agroalimentare, prima forza economica del Paese con 700mila imprese agricole, una filiera di 4 milioni di occupati e un valore aggiunto in agricoltura che nel 2024 ha superato i 42 miliardi di euro (primo posto in Europa), con un valore generato per ettaro che sfiora i 3mila euro, il doppio rispetto alla Francia e i due terzi in più dei tedeschi. L’export, uno dei pilastri del settore, nei primi sette mesi del 2025 il valore di 42,5 miliardi di euro, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma i dazi imposti dagli Stati Uniti all’Unione europea potrebbero rallentare la corsa, penalizzando i conti economici anche del Made in Italy. Le risposte, tuttavia, arriveranno dai numeri e la qualità dell’agroalimentare italiano potrebbe essere più forte delle barriere tariffarie.
A contribuire a numeri indubbiamente di primo piano è anche l’agricoltura di Mantova, ricorda il presidente provinciale di Coldiretti, Fabio Mantovani. «Siamo una provincia che crede molto nell’innovazione e che può contare su Indicazioni Geografiche prestigiose – dichiara Mantovani -. Dobbiamo chiederci, però, se il modello di agricoltura praticato fin qui sia ancora attuale o se debba essere ricalibrato, alla luce delle sfide globali che stanno venendo avanti, dalle difficoltà di ricambio generazionale alle tensioni geopolitiche, dai cambiamenti climatici alla scarsità di manodopera, passando per vincoli ambientali non sempre al passo con le tecniche agronomiche adottate».
In particolare il contrasto ai cambiamenti climatici, per Coldiretti Mantova, deve essere perseguito attraverso il ricorso alle Tecniche di evoluzione assistita e agli strumenti assicurativi, per Coldiretti Mantova rappresentano un elemento chiave sul quale insistere nella ricerca a vantaggio delle imprese agricole.
Sul versante della Politica agricola comune, non piacciono affatto i tagli annunciati dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per la programmazione 2028-2034, superiori al 20% rispetto al budget attuale, così come le proposte di costituire un Fondo unico in cui far confluire l’agricoltura e altre politiche di coesione, che farebbero perdere identità al progetto europeo, che proprio nell’agricoltura ha trovato la prima coesione comunitaria. Per questo, Coldiretti ha annunciato una mobilitazione permanente, perché «senza agricoltura non c’è cibo e non ci può essere Europa».
Tutto sommato positivo l’andamento del comparto zootecnico nel 2025, anche se con qualche ombra che potrebbe allungarsi in questo ultimo scorcio dell’anno. I prezzi del latte spot hanno iniziato una fase di rallentamento, mentre le mercuriali di Grana Padano e Parmigiano Reggiano rimangono – seppur con qualche ondeggiamento – su livelli elevati. A patto, ammonisce Coldiretti Mantova, che si rispettino i vincoli delle programmazioni produttive e che le esportazioni riacquistino vivacità.
Per i suini è subentrata una fase di rallentamento dei prezzi, ma a preoccupare maggiormente è forse una domanda poco brillante sul fronte dei consumi, con le carni estere che potrebbero esercitare qualche pressione.
La carne bovina è stretta da prezzi di ristalli particolarmente elevati, che schiacciano da mesi i ricavi delle aziende agricole. In questa fase, inoltre, lo stop alle esportazioni dei broutard mette a rischio l’omogeneità delle produzioni nazionale, già gravate da un tasso di autoapprovvigionamento al di sotto del 50 per cento.
In sofferenza il comparto dei cereali, con grano e mais posizionati in termini di mercato su un quadrante depressivo. E per chi fa monocoltura, precisa Coldiretti Mantova, i costi di produzione rischiano di sopravanzare i ricavi derivati dal mercato.
Luci e ombre nel 2025 anche per le orticole, con melone, anguria, pomodoro e zucca che hanno pagato gli effetti dell’anticiclone Pluto e i picchi di temperatura della prima metà di agosto, registrando un calo delle produzioni e oscillazioni dei mercati che hanno pesato sui bilanci degli agricoltori.







































