Consiglio infuocato: salario minimo, il Comune non lo applica

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MANTOVA Una mozione sul salario minimo avanzata dal centrosinistra (primo firmatario il capogruppo Alessandro Vezzani) ha occupato il consiglio comunale di ieri, non senza creare grande imbarazzo fra la stessa giunta a seguito del pungolo dell’opposizione esercitato dal capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri. La mozione – approvata a maggioranza senza il voto delle opposizioni – chiedeva di trasmettere all’Anci, alla Regione e alla Provincia, oltre che alla Conferenza Stato-città, l’istanza di adeguare le tabelle retributive oltre la soglia di 10 euro all’ora per le fasce minime del lavoro dipendente.
Ma come può il Comune chiedere questo agli enti superiori, dal momento che lo stesso ente di via Roma, attraverso la sua società “in house” Aster, pratica un tariffario da fame? Questo il rilievo del capogruppo azzurro che ha creato non poco sconcerto e imbarazzo fra la stessa giunta, e in primis al sindaco Mattia Palazzi e al suo vice Giovanni Buvoli, che si sono sùbito allarmati interpellando il segretario comunale e il direttore generale dell’Aster Ildebrando Volpi. Insomma, una mozione “autogol” approvata per necessità, pur con la bocciatura dei due emendamenti presentati da Baschieri, ma che adesso esige un drastico ripensamento del Comune sul sistema retributivo delle sue stesse controllate.
Baschieri, tabulati alla mano, ha rilevato che nel nella struttura Aster ci sono ben 9 posizioni fragilissime di “operatori alla mobilità” pagati appena 8,95 euro all’ora lordi, che al netto si quantificano in una miseria: 6,88 euro. «E non parliamo di manovalanza non qualificata – precisa il capogruppo forzista –, ma di diplomati e laureati con mansioni informatiche o attività di sportello».
Inevitabile l’imbarazzo del sindaco e di Buvoli, che contattando Volpi e riferendo all’aula assicurano di aumentare i livelli contrattuali, portando quelle “paghe da fame” a un regime di dignità, anziché di sfruttamento, e quasi di caporalato. Ma il “boomerang” è comunque stato lanciato dal centrosinistra, per voce del consigliere dem Laura Bonaffini, relatrice del testo della mozione, ed è tornato indietro sul muso della maggioranza.
La motivazione che quegli inquadramenti sottopagati risalgono ai contratti nazionali applicati dall’Aster, quando ancóra si chiamava “Mantova parking” salvano solo l’apparenza, non la sostanza.
«Questa maggioranza vuole fare il “bel osel” con governo, Regione e Provincia di centrodestra – conclude Baschieri –, ma dovrebbe applicare invece il detto evangelico: “medico, cura te stesso”».

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