Cordoglio nel mondo accademico e istituzionale per la scomparsa di Federico Bucci. Il sindaco Palazzi: gli intitoleremo lo studentato di Porto Catena

MANTOVA  Ha suscitato una vasta eco di cordoglio nel mondo accademico e istituzionale la scomparsa di Federico Bucci, pro-rettore del polo di Mantova del Politecnico di Milano, che si è spento ieri all’ospedale Borgo Trento di Verona. Bucci era stato ricoverato in gravissime nell’ospedale scaligero lo scorso 2 settembre, quando era stato investito da un Suv mentre faceva jogging sul lago di Garda, dove era in vacanza. “Un uomo buono, generoso e libero, sempre pronto a dare una mano a tutti. Una persona piena di vita e di luce”, ricorda in un dichiarazinoe affidata al quotidiano Repubblica, la collega Alba Cappellieri, come lui docente al Politecnico di Milano. L’ateneo milanese, appena appresa la notizia, ha subito manifestato pubblicamente il proprio cordoglio: “La rettrice e tutta la comunità del Politecnico di Milano esprimono un profondo dolore per la scomparsa del caro Federico Bucci, che ha lavorato con passione e immensa dedizione come professore, delegato e prorettore del Polo di Mantova”. Anche il ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini ha voluto esprimere su X “la mia vicinanza e le condoglianze più sincere alla rettrice Sciuto, ai familiari, ai suoi studenti e alle persone che gli hanno voluto bene”, definendolo “una personalità di primo piano, un punto di riferimento per tutta la comunità accademica e studentesca del Politecnico”. “È con dolore che apprendo della scomparsa di Federico Bucci. Uomo di cultura e intelletto – ha scritto ieri in un post sul proprio profilo di facebook il sindaco di Mantova Mattia Palazzi-, è stato un faro per generazioni di studenti e un punto di riferimento per tanti professionisti. In questi anni il ha dato molto anche alla nostra città facendo crescere il corso di laurea in architettura e promuovendo iniziative di alto valore culturale, come ad esempio Mantova Architettura. Ma c’è un progetto, che abbiamo avviato insieme e che dobbiamo a tutti i costi portare avanti, era il suo sogno: lo studentato presentato al bando Miur a Fiera Catena. Dobbiamo farlo e dedicarlo a lui, perché l’idea è stata sua. Ho appena chiamato la rettrice del Politecnico Donatella Sciuto, per fare le condoglianze e per chiederle di aiutarci». Bucci era diventato ormai un’istituzione nel mondo accademico virgiliano, dove aveva contribuito in maniera determinante allo sviluppo della facoltà di architettura di via Scarsellini, istituendovi anche la specialistica cattedra Unesco con un intensa opera di persuasione sull’allora ministro del Miur Maria Stella Gelmini.
Nato a Foggia, 64 anni fa, era docente di Storia dell’architettura a Milano, ed era stato delegato del rettore per gli archivi e le biblioteche. Durante la sua carriera, ha cooperato con varie istituzioni e atenei, passando dalla qualifica di visiting professor alla Texas A&M University, dall’Istituto di architettura di Mosca, alla Universidad de Los Andes di Merida in Venezuela, dalla Pontificia Universidad Catolica de Chile, alla University of Southern California di Los Angeles, nonché all’Etsab di Barcellona. In veste di membro dell’Amercian Society of architectural historians, aveva promosso molti convegni a livello internazionale.
Ma sono gli ultimi vent’anni quelli che hanno segnato maggiormente la sua attività, e proprio a Mantova, ove più volte alzò la propria voce critica in relazione a molti interventi urbanistici del capoluogo. Sempre collaborativo con le istituzioni, ma mai addomesticabile, restano memorabili le sue stroncature della riqualificazione di piazza Alberti, e da ultimo, proprio dalle pagine della nostra Voce lo scorso 1 agosto, anche del nuovo Parco Te, giudicato alla stregua di una “Gardaland” poco conciliabile e dialogante con il contesto monumentale della villa giuliesca.
Il suo testamento spirituale è racchiuso proprio nell’esordio di quell’intervista: «Essere architetti oggi significa prendere il proprio senso di creatività, intesa come sensibilità per la bellezza del mondo, e coniugarlo con le sfide odierne: sostenibilità, ambiente, attenzione ai desideri individuali. Sarà una disciplina con nuovi sviluppi. Ora le persone sono animate da senso di responsabilità per migliorare l’ambiente, e abbiamo bisogno di persone competenti in questa sfida».