Corneliani, sindacati armati per il Mise. Intanto cadono altre 5 teste

MANTOVA – «”Investimenti, investimenti, investimenti”… È slogan che abbiamo utilizzato durante tutta la mobilitazione di questi mesi. “Amministazione straordinaria, amministrazione straordinaria, amministazione straordinaria” è invece quello che utilizziamo ora. Serve mettere in sicurezza l’industria e i lavoratori intanto che si valutano tutti gli interessamenti e le offerte per l’azienda ancora sul tavolo». Questo il messaggio di  Michele Orezzi segretario Filctem Cgil, ma estensibile a tutte le parti sociali che stanno seguendo col fiato sospeso le vicende della crisi Corneliani, precipitata dopo che sembra essere ormai svanita l’ultima opzione concreta per il salvataggio dell’azienda di via Panizza, ovvero l’ingresso in società di  Marco Boglione e della BasicNet. Un interessamento risoltosi in un’offerta irricevibile di pochi milioni e relativa alla sola parte commerciale e del brand, senza coinvolgimento della parte produttiva.
Sul tavolo dell’amministratore  Giorgio Brandazza rimarrebbero “altri dossier”, come li chiamò lui al tavolo del Mise dello scorso luglio, ovvero altri potenziali compratori, ma sui quali tuttavia permane un’aura di mistero che inquieta i sindacati e desta apprensione comprensibile nei 740 dipendenti rimasti, dopo la “fuga” strategica di un’ottantina di figure qualificate avvenuta nel corso dell’ultimo anno. Pochi ancora, rispetto ai 180 tagli previsti dall’azienda nell’autunno del 2019.
E comunque, senza toccare il ciclo produttivo impegnato nelle confezioni della stagione primavera-estate, per ora la mannaia delle “razionalizzazioni” ha finito per abbattersi solo sul management, e a fronte delle 3 teste inizialmente annunciate ai sindacati, i manager già licenziati o in attesa di esserlo, sempre le fonti sindacali, sarebbero saliti a 8. Tra questi, sembra, anche  Corrado Corneliani, direttore centrale tecnico, ossia l’ultimo componente della famiglia rimasto al lavoro in azienda.
In questo clima si apre tuttavia lo spiraglio del Mise, alla presenza dello stesso ministro  Giancarlo Giorgetti e del sottosegretario Alessandra Todde (la stessa che aveva gestito il tavolo di luglio a Mantova), convocato per mercoledì 3 marzo a mezzogiorno. A questo appuntamento, oltre al vertice aziendale e ai sindacati, siederanno (in presenza, non in videoconferenza) anche altre figure istituzionali, fra cui i parlamentari mantovani che ieri si sono trovati con il primo cittadino  Mattia Palazzi, definendo una linea comune.
Oggi invece, in attesa di conoscere gli sviluppi del Cda programmato da giorni, è stato indetto dalle Rsu e dai sindacati confederali un presidio davanti ai cancelli di via Panizza. Lo stato di mobilitazione, già annunciato nei giorni scorsi, si tradurrà stamani nel piantonamento a partire dalle 10. Un presidio a oltranza, finchè le rappresentanze sindacali non avranno informazioni ufficiali della riunione dei vertici aziendali, già avvisati nella giornata di ieri tramite una un’e-mail.