Covid, 61 decessi solo al Mazzali (il 10% del totale)

MANTOVA Una voce suggerisce: nella sola Rsa di via Trento si sono contati 61 decessi per covid-19, a fronte dei 697 complessivi registrati in tutta la provincia; dunque, quasi il 10%. Da fonti interne della Fondazione “Mazzali” si hanno conferme di una cifra che di primo acchito sembrava inverosimile: sì, ci dicono, quel numero è credibile.
Vien da sé che ogni valutazione a questo punto si sposta dal versante sanità al versante politico e sindacale, dal momento che il virus, notoriamente spietato verso i soggetti più anziani e fragili, ha avuto proprio dalle istituzioni vita facile per potere esercitare tutta la sua dirompente forza distruttiva e letale. Le Rsa, ossia i luoghi più vulnerabili da questa variabile di coronavirus, sono state le ultime a essere protette per decreto: si sono chiusi bar, negozi, aziende, non le Rsa, dove peraltro sono mancati persino i mezzi per affrontare l’ordinarietà, pur in un clima di emergenza sanitaria straordinaria.
A lamentare questo stato di cose è lo stesso direttore della Fondazione  Paolo Portioli che ne scrive sulla pubblicazione quadrimestrale del “Mazzali”. A pochi giorni dallo scoppio della pandemia, la struttura si è trovata a lavorare con 50 dipendenti datisi assenti “per vari motivi”. Nemmeno i mezzi erano in grado di potere affrontare l’emergenza in sicurezza: mascherine bloccate dalla stessa Protezione civile, sindacati sul piede di guerra con minacce di ricorsi alla Procura, ricoveri in Rsa e nei centri di riabilitazione… Un “marasma generale” insomma, che come postumi, a emergenza superata, lascia sul campo 61 decessi, letti vuoti, attività dei centri diurni di Mantova e Marmirolo sospese, e costi per i rimanenti ospiti nemmeno lontanamente compensati dai 97 euro al giorno delle rette. Qualche contributo è arrivato da banche e istituzioni, ma in misura insufficiente.
Da qui l’interrogativo di Portioli che titola il suo intervento: “Andrà tutto bene?”. «In queste condizioni dubito molto che la domanda potrà avere risposta affermativa», conclude il direttore.