Covid: sì alla prono-supinazione, ma personalizzata

MANTOVA Uno studio che descrive due casi di grave complicanza emorragica pettorale in donne colpite da Covid e trattate con prono-supinazione e ventilazione non invasiva, proponendo soluzioni per migliorare l’approccio.

Si tratta del primo report incentrato su questa tematica ed è stato condotto ancora una volta dai professionisti del Poma, che fra marzo e aprile 2020 hanno ricoverato 75 persone affette da Coronavirus nell’ambito della struttura di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, 57 delle quali presentavano polmonite con sindrome da distress respiratorio acuto. Il lavoro è stato pubblicato il mese scorso sull’Italian Journal of Emergency Medicine.

In base alle evidenze, i pazienti con polmonite da Covid presentano uno stato di ipercoagulazione. Di conseguenza, una delle principali cause di morte è l’embolia polmonare. Allo stesso tempo vanno incontro a ipossia e necessitano quindi di un supporto respiratorio con maschera o ventilazione non invasiva. Per loro si adotta un protocollo terapeutico che include, nei casi severi, il trattamento anticoagulante e l’alternanza della posizione prona e supina. Sono stati analizzati due casi di donne obese con ematoma pettorale sinistro e grave anemia secondaria acuta.

Si può ipotizzare che la condizione bioumorale endovascolare nelle forme severe di polmonite da Covid, unita all’impiego di eparina, determini una condizione di fragilità della parete vascolare. In aggiunta, i continui cambi di posizione conducono probabilmente a ripetuti traumatismi e rottura di vasi sanguigni. Si è inoltre notato che in un caso il trattamento con eparina non solo ha contribuito al sanguinamento, ma non ha nemmeno prevenuto l’embolia polmonare.

Secondo gli specialisti di ASST Mantova la procedura di prono-supinazione potrebbe essere ottimizzata, attraverso una personalizzazione che tenga conto delle caratteristiche di ciascun paziente, con particolare riferimento all’indice di massa corporea, al sesso e al dosaggio dell’eparina somministrata.

L’esperienza ha suggerito ai medici che nel caso di donne obese in cui la prono-supinazione implica maggiori traumatismi mammari, la tecnica potrebbe non essere scevra da rischi, specialmente se tali pazienti sono anche trattati con alte dosi di anticoagulante.

Lo studio è firmato dai medici della struttura di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Dario Benazzi, Viviana Antonicelli, Enrica Foroni, Massimo Bellini, Andrea Smurra, Claudia Lo Bianco, Massimo Amato (direttore del reparto) e dalla collega della Medicina Generale di Mantova Barbara Presciuttini.