Dimissioni al vertice Pro-Gest e asset in vendita: Mantova in pole

MANTOVA Il presidente del Consiglio di amministrazione e consigliere indipendente di Pro-Gest, Domenico Livio Trombone, e Massimo Lucchini, consigliere indipendente della società, hanno rassegnato le dimissioni dalle rispettive cariche e dalle cariche amministrative dagli ricoperte nelle società controllate da Pro-Gest. Fonti vicine a Pro-Gest fanno sapere che “le dimissioni sono coerenti con il recente cambio di management culminato nella nomina del nuovo Cro nel mese di luglio. Il piano di lavoro della nuova squadra continua in modo serrato in funzione del conseguimento degli obiettivi  prefissati”. Vale a dire che se l’azienda trevigiana è di fatto decapitata non perde la testa comunque. Ciò detto, dopo che il fondatore del gruppo, Bruno Zago, aveva fatto sapere già nei giorni scorsi che Pro-Gest non è sul mercato, tornano a farsi sentire i rumours sulla vendita della cartiera di Mantova, un affare da 250-300 milioni di euro per il gruppo, che tiene in ansia i dipendenti dello stabilimento di via Poggio Reale. Al riguardo l’azienda ribadisce che su Mantova sono in corso delle valutazioni come su tutti gli asset considerati non strategici dal gruppo. Così anche se Mantova viene considerata “asset strategico” non si esclude alcuna possibilità; ci sono state delle proposte che sono tutt’ora in corso di valutazione e riguardo alle quali non è stata presa alcuna decisione definitiva, fanno sapere dalla sede di Istrana. Nel frattempo proseguono le trattative per rinegoziare termini e condizioni dei bond con i debitori, primo fra tutti il fondo Carlyle che avrebbe sottoscritto bond garantiti per 200 milioni. Il mercato attende da tempo una schiarita su questo fronte e fa i conti con una situazione finanziaria pesante per il gruppo con base a Istrana da oltre mille dipendenti. A giugno non sono stati pagati interessi su un bond da 250 milioni in scadenza a fine anno e su altri tre accesi da società controllate – Cartiere Villa Lagarina (prestito obbligazionario da 90 milioni), Tolentino (prestito obbligazionario da 35 milioni) e Cartitalia (prestito obbligazionario da 75 milioni) – in scadenza nel 2025. Ma il debito complessivo sarebbe molto più alto. Il gruppo però è in ripresa. Secondo il comunicato ufficiale, “nel mese di giugno 2024 si registrava un fatturato totale oltre il 10% superiore rispetto al business plan, con un fatturato progressivo in crescita del 4% rispetto alle previsioni nel primo semestre”.