Giovani industriali, la tecnologia deve consentire di tradurre l’idea in qualcosa di utile

MANTOVA Innovazione intesa come radice di idee applicate a bisogni reali, tradotta in qualcosa di utile e funzionale. Che diventa così fonte di benessere. Da tali presupposti è partita ieri la sessantesima assemblea annuale del Gruppo Giovani Industriali, presso la sede Assindustria di via Portazzolo.
Ad aprire i lavori il presidente Rodolfo Zanetti, che ha tracciato un bilancio del suo primo anno di mandato, fatto di visite aziendali per conoscere altre realtà anche in Paesi stranieri, corsi per dare maggiori strumenti di lettura professionale ai giovani del gruppo, incontri per far conoscere le nuove opportunità tecnologiche, ad esempio, in ambito educativo, creando un rapporto scuola lavoro. E poi i progetti per il 2020, sempre nell’ottica di ampliare il numero degli associati e di proseguire nelle esperienze all’estero, per implementare la conoscenza nel settore tecnologico e imprenditoriale. Perché innovare significa anche guardarsi intorno, anticipare le tendenze, non stare fermi: sarebbe un errore letale.
Così la pensa senz’altro anche il direttore di Km Rosso Innovation District Salvatore Majorana, introdotto dall’amministratore delegato di Banca Galileo Ezio Ronzoni. Il centro che gestisce mette in condizione le aziende di poter sfruttare lo sviluppo tecnologico. Poiché per arrivare dal progetto alla sua applicazione la filiera è lunga e passa per soggetti differenti che parlano linguaggi diversi.
Ma deve essere tradotta, appunto, in qualcosa di produttivo e positivo. Perchè questo è il progresso. In merito alle strategie di innovazione tecnologica, con focus sull’attività delle start up, sono intervenuti Lorenzo Castagnone e Niccolò Mascaro di Galileo Tech.
L’assemblea è proseguita con una tavola rotonda, con testImonianze concrete nei vari campi di azione. Ilperf