Giubileo degli Istituti Santa Paola: un pellegrinaggio nella speranza

MANTOVA Ieri gli Istituti Santa Paola di Mantova hanno celebrato la loro Giornata Giubilare, centrata sul tema della speranza. Le classi, dalla sede della scuola, accompagnate dal preside Enrico Furgoni, dal corpo insegnanti e dai collaboratori – tra cui la docente Chiara Rovesta e l’assistente pastorale don Michele Garini – hanno raggiunto in pellegrinaggio la basilica di Sant’Andrea. Dopo le testimonianze delle studentesse Beatrice e Genevieve della quinta Enogastronomia, gli studenti hanno ascoltato le riflessioni di don Stefano Savoia e del vescovo Marco Busca. Poi la discesa in cripta davanti alla reliquia del Preziosissimo Sangue. Don Savoia, rettore della basilica, ha ricostruito storia e significati del luogo, ricordando come Sant’Andrea sia al tempo stesso basilica, concattedrale e santuario. «Una delle dimensioni più interessanti è la dimensione del cantiere. Questa chiesa è stata un cantiere per oltre trecento anni, e lo è ancora. È come la nostra vita: non c’è punto di arrivo. Continua a essere ritoccata, e ci ricorda che la vita è un cantiere». Ha poi sottolineato il coraggio di Ludovico II e di Leon Battista Alberti nel progettare «una navata unica, con volta a botte, sul modello delle antiche terme romane. La forma della chiesa riflette la comunità, ed è compito nostro mantenerla e farla conoscere». Infine, il richiamo al cuore della fede: «Le reliquie sono segni che ci ricordano che la fede è qualcosa di concreto, dove la comunità si riunisce a celebrare». Monsignor Busca ha legato il Giubileo alla virtù che lo attraversa: «La speranza è come una fune che ci permette di andare da una riva all’altra. I nostri giorni hanno un senso: costruire qualcosa di positivo, e questo resta indistruttibile». Da qui l’invito ai giovani ad assumersi il rischio delle scelte: «Quando dovete prendere decisioni, non consultate le vostre paure ma le vostre speranze. Consultate i vostri sogni, non le vostre paure». Quindi un passaggio sull’educazione al carattere: «La battaglia più difficile della vita è diventare miti. Il mite vince tutte le forze del male perché ha una forza interiore». La conclusione affidata a un augurio: «Felicità è gemella di fertilità: fare tante cose utili, buone, opportune. La vita non è mai una delusione, è piena di promesse».