Il questore: “Ok la sentenza, attendo le motivazioni”

L’intervento di Paolo Sartori dopo la decisione del Tar sul locale di viale Luzio

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MANTOVA Dopo la decisione del Tar di Brescia con cui ha accolto il ricorso presentato dai titolari del Fool Cafè di viale Luzio avverso il provvedimento di temporanea sospensione dell’attività, ieri è stato lo stesso questore ad intervenire. «Per dovere istituzionale e convinzione personale – ha dichiarato Paolo Sartori – sono del parere che le sentenze non debbano essere commentate ma vadano rispettate e analizzate nel dettaglio; per questo attendiamo di conoscerne le motivazioni integrali per valutare unitamente all’Avvocatura dello Stato se, e in che termini, proporre ricorso al Consiglio di Stato. Sin da ora appare comunque opportuno evidenziare almeno due punti fermi di carattere normativo: il giudizio di legittimità sul singolo atto della Pubblica Amministrazione spetta al giudice amministrativo ed è per questo che sin da ora accoglieremo nel dettaglio tutte le sue indicazioni nei futuri provvedimenti che verranno emessi in materia; la valutazione nel merito della presenza o meno di turbative all’ordine ed alla sicurezza pubblica così così come per tutti gli altri aspetti previsti dall’articolo 100 del Tulps,, spettano per legge e giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato solo ed esclusivamente al questore. La zona di Valletta Valsecchi – ha proseguito Sartori – e quella in prossimità dello stadio negli ultimi mesi hanno presentato problematiche sempre più rilevanti tanto che le forze dell’ordine, sono dovute intervenire sempre più frequentemente. Stiamo effettuando continui controlli in quella zona così come nel resto del capoluogo e della provincia, e diversi locali pubblici tra i quali lo stesso Fool Cafè, ora Bar Stadio – avendo cambiato denominazione nei giorni scorsi – sono costantemente monitorati; ad alcuni di loro è già stato comunicato l’avvio del procedimento amministrativo per la sospensione della licenza commerciale. Tengo nuovamente a ribadire infine che questo tipo di provvedimenti non rivestono carattere punitivo nei confronti degli esercenti ma, come per altro riconosciuto nella stessa sentenza del Tar, ganno carattere preventivo verso situazioni di possibile pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica».