Interdittiva anti-mafia, il prefetto chiude un bar in centro

Il Bakery Café di via Cesare Battisti chiuso ieri dalla prefettura

MANTOVA Ogni volta che il prefetto chiudeva una loro attività con un’interdittiva antimafia loro ne aprivano subito un’altra, fino a quella chiusa ieri, la quinta in due anni. Era ‘ndrangheta a ciclo continuo quella del gruppo che faceva riferimento alla cosca vibonese dei Bonavota e che aveva piazzato in città uno dei suoi uomini, quel Carlo Pezzo (nella foto qui sotto) arrestato in città pochi giorni fa dai carabinieri del Nucleo Investigativo nell’ambito dell’operazione Cerbero coordinata dalla Dda di Torino.

C’era lui come garante della fedejussione che lo scorso marzo aveva fatto passare di mano la proprietà del bar Dersut, poi Bakery Café, alla Bakery Srl. Il bar di via Cesare Battisti, pieno centro storico di Mantova, è stato chiuso ieri pomeriggio su ordine del prefetto  Carolina Bellantoni che ha emesso l’ennesimo provvedimento antimafia su un’attività di città. «Si tratta di una vicenda che va avanti da un paio d’anni – ha spiegato ieri lo stesso prefetto in conferenza stampa -, e quest’ultima società cui è stata notificata l’interdittiva antimafia – ha spiegato – è lo sviluppo di altre società finite nel mirino del Gia (Gruppo Interforze Antimafia) perché avevano come riferimento persone legate alla ‘ndrangheta vibonese. Società – ha proseguito il prefetto – che vedevano sempre la presenza di Carlo Pezzo insieme ad altri elementi legati alla criminalità organizzata calabrese e che si avvalevano di vari prestanome». Di fatto ogni volta che la prefettura tramite il Gruppo Interforze individuava elementi mafiosi facendo quindi scattare le interdittive, gli elementi coinvolti, sette-otto persone, calabresi e non, residenti a Mantova riconducibili al clan Bonavota ma anche Grande Aracri, aprivano subito nuove società. Tre prefetti in due anni per cinque interdittive antimafia è il bilancio provvisorio di questo testa a testa. Si parte con quella del 14 novembre 2017 nei confronti di Carlo Pezzo firmata dal prefetto  Carla Cincarilli; a seguire il 10 luglio 2018 il prefetto  Sandro Lombardo aveva notificato un’interdittiva alla Strike Srl, costituita con prestanome e collegata alla ‘ndrangheta vibonese. Infine tre interdittive firmate quest’anno dal prefetto Bellantoni il 10 aprile verso la Seven Srl, il 24 aprile verso la Calamita Srl e lo scorso 24 ottobre ed eseguita ieri quella verso la Bakery Srl, quest’ultima ancora impugnabile da parte dei titolari. Nel corso delle indagini sono state emesse altre due interdittive verso società che avevano chiesto l’iscrizione alla white list. «È molto importante per questo aspetto – ha infine aggiunto il prefetto Bellantoni – la collaborazione attiva di tutti i comuni della provincia per sgominare questa e altre minacce per il territorio».