MANTOVA – Il Comune la spunta: nel virtuale braccio di ferro fra il sindaco Mattia Palazzi (o meglio, il vicesindaco Giovanni Buvoli delegato al demanio) e il ministro dei beni culturali Dario Franceschini il primo cittadino ha ottenuto mercoledì dalla 1ª sezione del Tar di Brescia la convalida del piano di alienazione dei beni comunali; fra gli altri, anche quella del bar “Libenter” situato al pianterreno del Palazzo della Ragione. Una particella del complesso monumentale da tempo immemorabile adibito a esercizio pubblico, entrato nel demanio dell’ente solo a metà del secolo scorso.
Contro tale alienazione di era opposto il 12 aprile dello scorso anno il Mibact, tramite il segretario regionale, presidente della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, eccependo che la vendita sarebbe stata contrastante con l’interesse pubblico, e l’ulteriore frazionamento della proprietà di Palazzo della Ragione, ancorché attualmente destinata a un utilizzo commerciale, dovesse essere conservata nell’ottica di un più ampio piano di conservazione e valorizzazione del bene di interesse culturale».
Dal canto suo il Comune, assistito dal dirigente dell’ufficio legale Sara Magotti e dall’avvocato Ezio Zani (non si sono invece costituiti in giudizio il titolare del bar Massimiliano Caltagirone né il condominio dell’immobile) ha impugnato avanti al Tar quel diniego adducendo argomenti convincenti circa l’uso e la riqualificazione del piano nobile del palazzo, nonché la sua storica parcellizzazione funzionale sin da tempi antichi. In più via Roma ha avanzato l’eccesso di potere per difetto d’istruttoria da parte del Mibact. Da qui l’accoglimento del ricorso del Comune, con la motivazione che «l’unità immobiliare al piano terra non risulta essenziale alla fruizione pubblica», del bene d’interesse culturale.
Frattanto ieri è andata deserta per l’ennesima volta l’asta pubblica per l’acquisizione dell’area del lago Paiolo, in seguito al fallimento della ditta che aveva in carico il piano attuativo.