Luca De Marchi: il body building mi ha salvato la vita e per il 2026 torno in pista

MANTOVA – Ha scoperto il bodybuilding agonistico in tarda età. E da allora la sua vita è cambiata. Mai, però, avrebbe immaginato che quella scelta un giorno si sarebbe rivelata provvidenziale per salvagli la vita. Luca De Marchi, ex consigliere comunale già in pista per le amministrative del 2026, lo scorso agosto è stato colpito da un virus intestinale particolarmente aggressivo. A tal punto che si arriva persino a temere il peggio. «Un fulmine a ciel sereno che in un attimo mi ha stravolto la vita – ci ha raccontato -. La violenza del virus mi ha costretto al ricovero d’urgenza in terapia intensiva. È seguita la perdita dell’intestino con stomia; insomma, un’operazione salvavita ma anche un’invalidità». Un’esperienza che fa capire non solo quanto sia importante lottare sempre, ma anche quanto il bodybuilding possa dare un prezioso impulso per trovare grinta, forza e determinazione nella quotidianità. «Il bodybuilding mi ha salvato la vita, nel vero senso della parola – spiega De Marchi -. Se non entravo in forma a 104 kg non sarei sopravvissuto all’operazione, come gli stessi medici mi hanno poi confidato. Oltretutto – prosegue – questa disciplina può avere effetti positivi dopo un intervento chirurgico, come il recupero della massa muscolare e il miglioramento della forza e della mobilità». L’amico nonché maestro Sergio Barozzi lo ha voluto accanto a sé alla recente Fiera di Gonzaga dove Luca De Marchi, oltre a prendere parte alle selezioni di bodybuilding Wpf & Nbbui, ha avuto la possibilità di riferire la sua personale testimonianza: «L’allenamento con i pesi può aiutare a ricostruire e rafforzare i muscoli persi durante la convalescenza, mentre l’esercizio fisico mirato può aumentare la flessibilità e la gamma di movimento delle articolazioni. Ammetto, infine, che il raggiungimento di piccoli obiettivi e il miglioramento fisico possono avere un impatto positivo sull’autostima e sul morale, aiutando a superare l’impatto psicologico dell’operazione. Nel 2026 – conclude – spero di tornare sul palco nonostante le cicatrici dovute ai 50 punti sull’addome».

Matteo Vincenzi