Mai così a secco: Benaco mezzo metro sotto il proprio regime idrico

MANTOVA Nei giorni scorsi il lago di Garda è sceso a soli 45,8 centimetri sopra lo zero idrometrico, il livello più basso dal 1953. E se non fosse sufficiente l’anno di rifermento per preoccupare la maggioranza dei lettori, si deve considerare che si sta parlando del più grande lago d’Italia, una bacino d’acqua dolce di circa 370 chilometri quadrati, con una forza (nella normalità) di subire variazioni stagionali molto limitate del proprio livello idrometrico.
Il Garda è da sempre considerato come sicura cassaforte di acqua dolce dalla quale attingere per sostenere l’agricoltura lombarda e fonte di ricchezza per le comunità locali. Una garanzia, ad oggi, non più granitica.
La delicata situazione viene descritta nell’ultimo report (datato al aprile 2023) riguardo l’andamento climatico a firma di Clal.it, dove emerge la scarsa disponibilità di acqua attesa per la campagna agricola considerando la grande differenza rispetto alla media stagionale dell’altezza idrometrica di tutti i principali laghi italiani (il Garda a -60,2 centimetri, il Maggiore a -36,6 centimetri, il lago d’Iseo a -19,1 centimetri e il lago di Como a -10,1.
E il territorio mantovano? All’inizio del mese il Consorzio di secondo grado del Mincio avrebbe deciso di ridurre il flusso in uscita dal lago di Garda del 10%, nell’ambito del risparmio idrico; alla data di ieri, complici le abbondanti piogge cadute nei giorni scorsi, il livello del Garda si attesta a 52.2 centimetri.
Una buona notizia, anche se lontana dalla media stagionale di circa 109 centimetri, nella speranza di nuove precipitazioni. In quest’ottica, viene posticipata a mercoledì 26 la partenza della stagione irrigua nel comprensori del destra Mincio.