Maltrattamenti in famiglia e lesioni, marito violento stangato

MANTOVA Maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Con queste accuse, poco più di tre anni fa, era finito in manette un 43enne cittadino moldavo residente nel capoluogo virgiliano. Nello specifico, i fatti a lui ascritti e costategli in seguito un processo con giudizio immediato, riguardavano un periodo compreso tra il 2010 e il gennaio del 2020; un lungo lasso temporale durante il quale, secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’imputato aveva ripetutamente aggredito in ambito domestico l’allora convivente, una 39enne ucraina. Di tutti questi presunti episodi violenti (occorsi tra San Silvestro, ove la coppia viveva in un primo momento e Valdaro, in cui si erano successivamente trasferiti) però solo uno era stato documentato da un referto medico di cinque giorni di prognosi rilasciato alla persona offesa dal pronto soccorso del Carlo Poma. Referto, comunque sufficiente a far scattare l’arresto secondo quanto disciplinato dalla normativa circa il cosiddetto “codice rosso”, unitamente altresì alla denuncia presentata in questura dalla stessa parte lesa, il 3 gennaio 2020. In siffatta circostanza la donna aveva inoltre consegnato agli agenti una chiavetta Usb – addotta poi agli atti del giudizio – contenente una decina di foto quale prova delle percosse subite durante un’aggressione del marzo 2017. A ripercorrere quegli oltre dieci anni di paventati soprusi, (oltre ad una lunga sfilza di ingiurie offese e minacce), era stata chiamata, in fase dibattimentale, la stessa persona offesa, non costituitasi però a giudizio come parte civile. Ieri, conclusa l’istruttoria, l’imputato è stato riconosciuto responsabile dei reati a lui addebitati e quindi condannato dal collegio dei giudici a 3 anni e 8 mesi a fronte dei 4 anni chiesti in requisitoria dal pubblico ministero Michela Gregorelli. (loren)