Morì un operaio, imprenditore messo agli arresti domiciliari

File name :DSCN0165.JPG File size :162.3KB(166163Bytes) Date taken :2003/06/30 17:22:02 Image size :1024 x 768 Resolution :300 x 300 dpi Number of bits :8bit/channel Protection attribute :Off Hide Attribute :Off Camera ID :N/A Camera :E950 Quality mode :NORMAL Metering mode :Matrix Exposure mode :Programmed auto Speed light :No Focal length :7.2 mm Shutter speed :1/224second Aperture :F7.4 Exposure compensation :0 EV White Balance :Auto Lens :Built-in Flash sync mode :N/A Exposure difference :N/A Flexible program :N/A Sensitivity :Normal Sharpening :N/A Image Type :Color Color Mode :N/A Hue adjustment :N/A Saturation Control :N/A Tone compensation :Normal Latitude(GPS) :N/A Longitude(GPS) :N/A Altitude(GPS) :N/A

MANTOVA Sei anni fa, Salvatore Cilia, operaio 60enne dipendente della società di carpenteria metallica e meccanica Sipem di Parma, era morto in seguito ad un incidente sul lavoro occorso all’interno dello stabilimento Silla del Gruppo Mauro Saviola a Sustinente. Per quei fatti erano stati rinviati a giudizio e quindi processati con l’accusa di omicidio colposo cinque persone, tra cui un 47enne di origine catanese, titolare della ditta cui erano stati appaltati gli interventi di manutenzione da effettuarsi alla Silla. All’epoca i responsabili dell’Asl avevano accertato la mancanza di sorveglianza specifica e delle attrezzature adeguate per poter eseguire in completa sicurezza quel tipo d’intervento.
L’altro giorno gli agenti del commissariato siciliano di Nesima, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dalla procura di Mantova a seguito della condanna a un anno di reclusione inflitta all’imprenditore. L’uomo dovrà ora scontare la pena in regime di detenzione domiciliare. Assieme a lui erano stati condannati alla medesima pena anche i responsabili della sicurezza ed il caporeparto della ditta che aveva commissionato il lavoro, ovvero la Gms (Gruppo Mauro Saviola). La tragedia si consumò il 3 giugno del 2013. Il tubo che si doveva smontare ad un tratto si era sganciato e otto metri di ferro erano finiti addosso all’operaio scaraventandolo a terra. Salvatore Cilia era deceduto così all’interno dello stabilimento di lavorazione del legno a Sustinente. Attorno alle 14.30 l’uomo si trovava in un piazzale esterno intento ad effettuare un intervento di riparazione all’essicatoio, per conto della ditta esterna Sipem, quando era rimasto vittima dell’infortunio mortale davanti agli occhi di tre colleghi che avevano dato l’allarme. Ma quando i sanitari del 118 giunti immediatamente sul posto si erano avvicinati all’operaio riverso a terra, non avevano potuto far altro che constatarne il decesso. Gli accertamenti dei funzionari dell’Asl avevano evidenziato la mancanza di procedure concordate tra l’azienda mantovana e la Sipem, la ditta che aveva in appalto l’intervento di manutenzione dell’impianto al quale aveva messo a lavorare cinque dipendenti. La sostituzione della ventola dell’impianto, per cui era necessario sganciare tutta la tubazione, avrebbe richiesto una sorveglianza specifica e attrezzature adeguate.