Palazzi storici, impossibile venderli

MANTOVA Qualcosa è andato storto. Il piano di alienazioni di svariati edifici “storici” predisposto dal Comune già nel 2014, durante il mandato di  Nicola Sodano, ma approvato anche in seguito in larga misura dalla giunta di  Mattia Palazzi, ha ricevuto l’opposizione della Sovrintendenza, che ha passato il “carico” alla direzione regionale dei Beni artistici. A detta della quale i beni storici rientrano nel patrimonio indisponibile.
Salta in tal modo la vendita all’asta di alcuni “gioielli di famiglia”, fra cui Palazzo Soardi, la stessa sede comunale di via Roma, ma anche di beni minori, fra cui i negozi e gli esercizi sottostanti il palazzo della Ragione; ad esempio, il bar “Libenter”, sulla cui messa in vendita tanto si era discusso.
Ma via Roma non si dà per vinta. «I nostri rapporti con la Sovrintendenza sono e restano buoni e di piena collaborazione, anche se non condividiamo il suo parere negativo – commenta il sindaco Palazzi –. Detto ciò, la mancata autorizzazione all’alienazione non è della Sovrintendenza, ma del segretariato regionale dei Beni culturali. Poiché già da molti anni il Comune non ha la maggioranza dei millesimi del Palazzo della Ragione, e tutto il piano terra da sempre è impegnato da attività di ristorazione, noi restiamo convinti della possibilità e anche dell’utilità per il Comune di alienarlo; oltretutto si tratta di un ambiente non utilizzabile altrimenti, e all’interno del Palazzo del Podestà, che stiamo recuperando, c’è spazio in abbondanza per eventuali necessità. Pertanto se l’avvocatura del Comune, alla quale ho chiesto una valutazione insieme con il dirigente al demanio, valuterà che vi possano essere gli estremi per impugnare il diniego alla vendita, noi lo faremo», conclude Palazzi.