Raccontare e raccontarsi con i vestiti: la creazione dell’immagine passa attraverso lo stylist

MANTOVA Raccontarsi attraverso i vestiti. E’ una cosa che ciascuno di noi fa ogni giorno. E’ anche il tema dipanato nel libro “L’arte dello Styling”, scritto dalla stylist e imprenditrice Susanna Ausoni e dal giornalista Antonio Mancinelli, ieri protagonisti a Palazzo Te del primo appuntamento di “Abito, storie di moda e costume”, rassegna annuale che narra gli interpreti e i risvolti del variegato mondo dello stile, promossa da Gentryportofino e Bernardelli, presentata da Italo Scaietta e condotta dall’esperto di moda Michele Venturini.
Nonostante la figura dello stylist da sempre affianchi il creatore di moda, spesso ancora si confonde con quella dello stilista, che semplicemente svolge un lavoro diverso: <Io non realizzo collezioni di abiti e accessori, – racconta Ausoni, in collegamento da Milano – metto insieme elementi già esistenti, in base alla persona cui faccio riferimento, al suo ruolo, al contesto, alle differenti situazioni e al pubblico cui si rivolge, dando al tutto altra foggia, significato e utilizzo. E cercando un equilibrio tra tutti questi aspetti.>
Compito non semplice, per il quale è senza dubbio necessario fondere all’esperienza anche una buona dose di attitudine, passando per la psicologia e arrivando a far diventare essenza la forma. Ausoni ha iniziato il suo percorso nella moda a metà anni Novanta, “vestendo la giovinezza”, secondo la definizione di Mancinelli. In particolar modo nel mondo della musica, che passava e passa tuttora attraverso i video e gli eventi di Mtv. Al momento Ausoni sta curando lo styling di Ambra e di Francesca Michielin a X Factor. A Sanremo si è occupata, tra gli altri,  dei look di Mahmood ed Elisa.
Chiaro che Susanna pratichi ogni giorno il suo lavoro anche su sé stessa. E che il passo successivo sia stato quello di scrivere con Antonio Mancinelli il primo testo nel quale, oltre a definire il mestiere di stylist, si proponga anche a ciascun lettore di divenire inventore della propria immagine. Anche perché, insieme alla parola, l’abito è il nostro  fondamentale mezzo di comunicazione. Da sempre.
Presenti nel volume, edito da Vallardi, anche ritratti di stylist che hanno segnato con il loro peculiare tocco il cammino di questo tipo di espressione artistica: da Diana Vreeland a Ibrahim Kamara. Soffermandosi in modo particolare sulla mantovana Manuela Pavesi, che è nel libro descritta come “rivoluzionaria e raffinata, famosa per i suoi (calcolati) rischi di stile”.
Un ulteriore esempio di come moda e cultura siano inscindibili, malgrado in Italia sia ancora arduo considerare il settore materia di studio storica, sociale e antropologica.
Il prossimo incontro di Abito è in programma per domenica 13 novembre, sempre nella Sala dei Cavalli di Palazzo Te, alle 18: Venturin traccerà il ritratto del direttore creativo di Louis Vuitton Virgil Abloh. L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria sul sito abitoconferenze.wixsite.com/abito.
Ilaria Perfetti