Sting, un ragazzo di 71 anni infiamma piazza Sordello

MANTOVA 71 anni, di cui oltre quaranta passati a comporre musica e calcare i palchi di tutto il mondo, duettando con i più grandi della musica, Sting è tornato dopo 6 anni sul palco di Piazza Sordello. E’ infatti Gordon Matthew Thomas Sumner – il vero nome del cantante inglese – che apre il Mantova Summer Festival, con il suo “My Songs”, la raccolta dei successi solisti e con i Police uscita nel 2019 e di “The bridge”, disco di inediti del 2021. Come di consuetudine, accade ormai da anni, ad aprire il concerto è Joe Sumner, il cantante figlio primogenito di Sting che, con voce e chitarra, diletta i 6 mila fan con canzoni acustiche in chiave folk. Ma l’attesa è tutta per lui, il vero protagonista dell’evento: Sting,  che con le prime note di “Message in a Bottle” fa balzare in piedi i fan seduti sulle tribune e ballare quelli nel parterre.

E poi via con altre due canzoni passando da “Englishman in New York” a “Magic Intros” un altro dei maggiori successi dei Police. Fisico asciutto pantaloni strettissimi, scarpe da ginnastica bianche e maglietta attillata, sono gli ingredienti della presenza scenica dell’artista d’oltremanica.
L’affetto per l’Italia viene dimostrato anche perché parla spesso la nostra lingua, salutando e presentando la band, un italiano un pò maccheronico che fa sorridere ma che comunque lo fa capire e comprendere.
I ragazzi che lo accompagnano non sono molti, è infatti una band ridotta all’essenziale composta da soli sei elementi: oltre al basso di Sting, c’è un batterista, un chitarrista, un tastierista, due coristi. Il cantante mette in luce soprattutto un ragazzo di appena diciotto anni che, complice un siparietto sempre in italiano, viene messo alla prova suonando con l’armonica per la parte che fu di Stevie Wonder nel brano “Brand new day” del 1999.
Introduce a questo punto anche una delle ultime composizioni “If it’s love” dicendo “Qualche volta una canzone inizia solo con un fischio”. Il pubblico torna a sedersi per ascoltare
Lo spettacolo prosegue con altri canzoni che hanno segnato la musica internazionale quali “Rushing of gold” “Faith”” e “Fields of Gold” , La sua voce riecheggia come quelle dei suoi fan che conoscono ogni parola e ogni nota che il loro beniamino gli regalo. E via con altri brani memorabili come “All this time”, “Mad about you” “Moon” . Il caldo e l’afa che in questi giorni sono particolarmente fastidiosi non fermano i fan che si riversano nelle prime file sotto il palco per cantare, a pochi metri dal loro idolo inglese, i successi dei Police degli anni 70/80: da “So lonely” a “Desert Rose” “King of pain”, che canta duettando con il figlio Joe Sumner, a “Every Breath””. Lo spazio dei bis si apre con “Roxanne”, un’ altro cavallo di battaglia targato Police del 1978 per finire con l’intima “Fragile” dedicata al popolo ucraino a cui fa seguito un lunghissimo applauso. Sting e la band si congedano dal pubblico che applaude emozionato per aver assistito a un gigante della storia della musica contemporanea. In un’ intervista di qualche mese fa rilasciata al Times Sting ha ribadito l’intenzione di non smettere di cantare e comporre. L’artista si è infatti paragonato a Mick Jagger che a 79 anni continua a calcare egregiamente i palchi di tutto il mondo. Chissà quindi che lo si possa rivedere presto dalle nostre parti per regalare un altro spettacolo dinamico ed emozionante come quello di ieri sera. (s.c.)