MANTOVA – Stando al novero delle accuse a lei ascritte avrebbe preteso somme di denaro sempre più cospicue rispetto a quelle che le sarebbero spettate sulla scorta di quanto stabilito in sede di amministrazione di sostegno. Sul banco degli imputati, per le ipotesi di lesioni personali aggravate e tentata estorsione, è così finita una 50enne mantovana sottoposta altresì alla misura di sicurezza della libertà vigilata. In particolare i fatti a lei addebitati risalirebbero al 2021 quando, in più occasioni e previa reiterata violenza fisica, avrebbe preso a tormentare il proprio amministratore di sostegno incolpandolo di non farle pervenire abbastanza soldi al fine di provvedere ai propri bisogni. Insistenti richieste pecuniarie mosse, sempre in via presuntiva, a fronte di un appurato disturbo da gioco d’azzardo patologico da lei sofferto al tempo. Una situazione a cui quindi aveva fatto seguito la denuncia querela, poi rimessa in sede processuale, da parte della persona offesa, quest’ultima non costituitasi nemmeno parte civile al relativo giudizio istruito a carico della donna. Ieri, in fase d’istruttoria dibattimentale la decisione del collegio di via Poma di riesaminare la posizione dell’accusata circa il persistere o meno della sua pericolosità sociale con il conferimento dell’incarico peritale fissato alla seduta del prossimo 19 maggio.