Truffa del finto bonifico: come funzione e come difendersi

MANTOVA  Negli ultimi tempi sono aumentati in maniera esponenziale i casi di truffa tramite falso bonifico. Il meccanismo è semplice: arriva un Sms in cui viene segnalato un movimento sospetto sul conto corrente, e un numero da contattare. Risponde un funzionario che dice che passerà la segnalazione ai carabinieri. Poco dopo chiama un carabiniere che fa spostare il denaro dal conto della vittima a un conto più sicuro, dove i soldi poi spariscono. Ma come funziona veramente questo raggiro? Lo spiega un nostro lettore che si occupa di sistemi di sicurezza bancari e che è stato contattato da questi truffatori. «Il mese scorso mi è arrivato questo Sms in cui mi avvisavano di una mia fantomatica autorizzazione a un pagamento di 4.700 euro con la carta di credito – spiega il nostro lettore -. Ho subito intuito che era una truffa e ho deciso di stare al gioco per vedere come funziona”. L’uomo ha così chiamato il numero indicato in Sms. “Mi ha risposto un tizio che si è presentato come Assistenza Nexi – racconta ancora -. Per stare al loro gioco ho disconosciuto l’operazione e ho dato un nome di fantasia e ho detto che risiedo in provincia di ferrara. Un minuto dopo mi ha chiamato un sedicente brigadiere dei carabinieri con il numero del comando provinciale dell’Arma di Ferrara”. Il finto carabiniere ha spiegato alla sua “vittima” che il denaro che aveva sul suo conto corrente era a rischio e che era quindi opportuno trasferire il tutto temporaneamente su un conto corrente “secretato dello Stato” intestato a un agente della Polizia Postale, in modo da fare trovare il conto azzerato al momento in cui avrebbe dovuto partire il bonifico da 4.700 euro. “L’iban del conto su cui avrei dovuto far confluire i miei soldi – racconta ancora il nostro lettore -. A quel punto non ho dato seguito alle istruzioni dei truffatori, però ho cercato di contattare telefonicamente la banca indicata per il bonifico, ma ho scoperto che non è possibile telefonare, anche perché non ha filiali in Italia, se non una sede operativa a Milano con uno sportello virtuale. Ho inviato una mail a questa banca e mi hanno risposto che offrono assistenza solo tramite una App telefonica. Ho cercato di scaricare questa App ma poi ho desistito perché sarei stato costretto ad aprire un rapporto con la banca al momento dell’attivazione dell’App”. Ferma restando l’estraneità di questo istituto di credito alla truffa che è stata tentata, si tratta comunque di una baca ideale per questo tipo di raggiri; praticamente impossibile da contattare quando tutti i soldi trasferiti sul conto indicato spariscono.