Un’alleanza calabro-siciliana, parla il pentito “mantovano” di Cosa Nostra

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MANTOVA – Un sodalizio ‘ndrangheta-mafia attraverso i Grande Aracri, “la famiglia che comandava nel Reggiano”: «Mi ero rivolto a loro per risolvere alcuni problemi pregressi». A parlare Vito Di Gregorio, pentito di Cosa Nostra, chiamato l’altro ieri a testimoniare in video-collegamento nella seduta dibattimentale del processo “Grimilde”, in corso a Reggio Emilia. Lui era un affiliato della cosca sicula Santapaola-Ercolano, capitanata dal sanguinario superboss Benedetto “Nitto” Santapaola, prima di venire arrestato a Mantova, dove risiedeva, nel dicembre del 2018: «Nitto ha una quarantina di anni in più di me. Ho una conoscenza diretta con il nipote e con Salvatore Santapaola, e altri li conosco da quando sono nato. Ero un uomo di Salvo Messina, entrai nel clan dal 2008». Rispondendo alle domande del pubblico ministero della Dda Beatrice Ronchi il teste ha ricordato amicizie e affari intrapresi con i Grande Aracri, nonchè gli aiuti da loro ricevuti per dirimere proprie contese. Ad esempio circa questioni di soldi o droga. «Feci affari con gli Amato di Licata, attivi nel Veronese, ma loro cercarono di sopraffarmi. Vennero a casa mia a Mantova, per avere denaro e stupefacenti, minacciando pure mia figlia. Messina mi disse allora di rivolgermi a Paolo Grande Aracri». Di Gregorio ha così raccontato di aver incontrato il figlio 32enne di Francesco Grande Aracri in un’area di servizio a Reggiolo. «Quando gli Amato seppero che mi ero rivolto ai Grande Aracri si infastidirono, perchè volevano che la cosa rimanesse tra siciliani. Quindi i rapporti si fecero sempre più intensi. Quando Paolo si sposò chiese dei cantanti neomelodici che aveva a disposizione per lavoro mio fratello. Ci incontrammo in un bar a Parma e per la prima volta vidi anche suo fratello Salvatore. Paolo mi disse che il locale lo avevano “acquistato” loro e quindi intestato a un loro sodale, Manuel Conte. Tra le altre cose Paolo mi parlò anche dell’apertura di una sala scommesse illegale, ma un’operazione di Polizia blocco tutto, poi fui arrestato e mi pentii».