Violenza sessuale su due ragazzine: 48enne becca due anni

Le vittime erano figlie di amici con cui l'uomo trascorreva le vacanze in montagna

Il tribunale di Trento

MANTOVA La più piccola delle sue vittime aveva solo 5 anni, l’altra non più di 12. Lui invece di anni ne ha 48 e lo scorso 14 novembre ha preso due anni di reclusione per violenza sessuale su minore e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A giudizio davanti al gup di Trento  Cluadia Miori, era finito  F.F., un 48enne di Mantova di cui riportiamo solo le iniziali per tutelare le sue vittime, tutte minorenni. L’uomo avrebbe più volte messo le mani addosso ad alcune bambine, due in particolare, figlie di amici con i quali trascorreva le vacanze in montagna in Trentino. Fatti che sarebbero avvenuti nel corso di diversi anni fino ad essere scoperti ai primi dello scorso gennaio, quando una delle ragazzine, una 12enne anche lei mantovana, aveva deciso di raccontare i palpeggiamenti cui il 48enne la costringeva. Un’escalation di approcci che nel corso degli anni si era fatti sempre più pesanti fino a quelli del capodanno scorso, quando al ristorante per il cenone si era seduto accanto a una delle sue vittime, una 12enne, palpeggiandola insistentemente. Non pago avrebbe mostrato a lei e ad altri ragazzini degli spinelli di marijuana offrendo loro anche qualche tiro. Alla 12enne avrebbe inoltre dato una sorta di appuntamento una volta tornati a Mantova. Invece era finito in manette lo scorso luglio, quando al termine delle indagini il 48enne era stato arrestato e messo ai domiciliari, misura cautelare revocata all’inizio di questo mese. Nonostante la gravità delle accuse, il giudice ha riconosciuto all’imputato una serie di attenuanti in virtù del fatto che il 48enne si sia sottoposto a una psicoterapia presso l’ospedale Carlo Poma. L’uomo, che risultava incensurato, e questo al netto del fatti che alcuni degli episodi denunciati e inseriti agli atti del processo risalissero a una decina di anni fa, quando una delle sue vittime aveva solo 5 anni, ha anche offerto 20mila euro di risarcimento ai genitori di ciascuna delle sue vittime, cifra che i genitori di una di queste hanno rifiutato. Tra le pene accessorie c’è l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente tutela, curatela e amministrazione di sostegno.