La firma del critico mantovano Zelati sulla dead saga di Romero

MANTOVA C’è la firma di Paolo Zelati, critico cinematografico di Mantova che da anni scrive sulle pagine del nostro giornale, in quello che si appresta ad essere il capitolo finale della saga dei morti viventi inaugurata più di 50 anni fa dal regista americano George Romero, il padre degli zombi cinematografici, con quel capolavoro del cinema (non solo del genere horror) che è La notte dei morti viventi. Romero purtroppo è venuto a mancare sei anni fa, ma con Zelati, con il quale aveva stretto un rapporto di amicizia, aveva iniziato la stesura di quello che doveva essere e sarà l’ultimo capitolo della saga. Sarà, perché finalmente si farà quest’ultimo capitolo che si intitolerà Twilight of the dead (Il crepuscolo dei morti). «George (Romero, ndr) aveva pianificato tutta la storia di questo capitolo finale – spiega Zelati -. Le idee erano già tutte sul tavolo, frutto della nostra collaborazione nata durante i nostri incontri. Joe Knetter e Robert Lucas, due autori americani, hanno portato a termine la stesura del soggetto mentre io firmo la sceneggiatura. Abbiamo finalmente trovato una casa di produzione – prosegue Zelati -, la Roundtable Entertainment che ha creduto nel progetto e che soprattutto ha dimostrato nel produrre questo lavoro un interesse che va oltre il mero lato economico. C’è già un regista – prosegue Zelati – ma ancora non posso farne il nome perché manca l’ufficialità. Siamo comunque a buon punto e se non ci saranno ulteriori intoppi credo che il primo ciak sarà a Toronto il prossimo ottobre». Il progetto ha infatti avuto uno stop imprevisto per lo sciopero di Hollywood proprio mentre Suzanne Desrocher Romero, vedova del regista, stava lavorando al casting del film. Il rapporto tra Paolo Zelati e George A. Romero è nato nel 2001, quando il critico cinematografico mantovano ha incontrato per la prima volta volta il grande maestro dell’horror per la sua tesi su John Carpenter al festival del cinema di Torino. «Da lì è nata una bella amicizia – racconta Zelati – che si è consolidata sempre più nel corso degli anni, durante i quali ho organizzato varie rassegne dedicate al cinema di Romero. Un cinema dalle forti connotazioni politiche – prosegue (come non ricordare il finale caustico de La notte de morti viventi, ndr). Non so come avrebbe percepito una cosa come la pandemia e se e come l’avrebbe tradotta nel suo cinema. George era una persona molto intelligente che pensava sempre con la propria testa, libero da preconcetti, un vero liberal. Ma soprattutto una persona straordinaria che mi ha accolto nel suo mondo che mi manca molto ogni giorno che passa. Spero, speriamo tutti noi coinvolti in questa produzione, di riuscire in qaulche modo a colmare quel grande vuoto che Romero ha lasciato nelle nostre vite ma anche nelle vite di milioni di persone che hanno seguito e continuano a seguire la sua “dead saga”.
Carlo Doda