La Mantova vista da Antonio Biasiucci per Fondazione Bam

MANTOVA Presentato ieri al teatro Bibiena da parte di Fondazione Banca Agricola Mantovana il nuovo capitolo dell’originale ricerca fotografica sulla città di Mantova. Dopo i volumi di Gianni Berengo Gardin, dedicato ai ritratti dei Mantovani, e di Gabriele Basilico, impegnato nella documentazione dell’architettura, tocca ora ad Antonio Biasiucci leggere la città, le sue tradizioni e le sue testimonianze, inserendole in un’opera di assoluta intensità e bellezza. Autore di livello internazionale, interprete sensibilissimo della memoria ancestrale e archeologica che rende unica la storia dell’uomo, Biasiucci ha trasformato Mantova nella culla della civiltà del Mediterraneo. Una civiltà classica, contadina e artigiana, colta e sapiente nelle testimonianze artistiche della sua corte, di cui riemergono dall’oscurità delle immagini simboli, gesti, materie, testimoni.
A guidare il racconto, composto da 86 fotografie, divise in sette capitoli, sono le donne, figlie, sorelle, compagne della sacerdotessa Manto, a cui è dedicato il lavoro.
Donne che idealmente hanno accompagnato l’autore alla riscoperta dei suoi temi più cari, la stratificazione del tempo, la trasfigurazione della materia, il divenire stesso della materia, sia essa impasto di pane o lava di vulcano, e naturalmente la morte. Scrive Valerio Magrelli nell’introduzione del libro: “Biasiucci ci racconta il momento in cui la forma fuoriesce dalla notte per nascere alla visibilità. In un certo senso, è come se le sue immagini fossero scattate per celebrare l’avvento della cosa, il suo parmenideo “venire al mondo uscendo dalla notte del non essere”.