MantovaMusica. Magistrale Pamela Villoresi per il ritratto tra arte e vita di Eleonora Duse

MANTOVA  Quello che emerge è un ritratto di una grande donna, Eleonora Duse (1858-1924), che ha lasciato una traccia profonda di modernità nella storia del teatro tra l’Ottocento e il Novecento, ma anche una testimonianza preziosa di impegno totale per l’affermazione del ruolo sociale della donna. Allo spettacolo proposto da Società della Musica venerdì sera all’Auditorium Monteverdi, con Pamela Villoresi grande interprete, insieme al pianista Marco Scolastra, va riconosciuto l’indubbio merito di aver fatto emergere l’intimità del carattere, la profondità intellettuale e la forza d’animo della donna Eleonora Duse di cui, solitamente, si tende a ricordare solo le straordinarie doti di attrice “divina”. Con “La musica dell’anima” la stagione concertistica MantovaMusica ha offerto un evento un po’ al di fuori dei canoni del classico concerto, che è vissuto sul binario di un piacevole dialogo tra l’avvincente successione delle cruciali esperienze artistiche ed esistenziali della grande diva del teatro tra ‘800 e ‘900 e un percorso musicale adatto a ricreare le atmosfere di quelle epoche. Una dinamica e coinvolgente narrazione in prima persona, curata da Maria Letizia Compatangelo, che ha tracciato la parabola prodigiosa della Duse, a partire da un infanzia umile e stentata fino ai vertici della fama di autentico mito del teatro drammatico, in un susseguirsi di successi artistici e vorticosi rapporti umani e sentimentali affrontati con grande forza d’animo e una visione della libertà individuale in netto anticipo sui tempi. Una magistrale Pamela Villoresi ne è stata appassionata e magistrale interprete mettendo in campo tutta la sua padronanza della scena, un’efficacia espressiva spontanea e senza eccessi, giustamente sensibile all’intensa emotività suscitata dalla narrazione, e una professionalità impeccabile che le ha consentito di superare egregiamente anche l’ostacolo dei postumi di una forma influenzale. Adorata dalle emancipazioniste della sua epoca, la Duse pagò di persona e a caro prezzo le sue scelte di passionaria della libertà, ma fu anche una pioniera in molti campi dell’arte, musica compresa, per la quale nutriva un fervido amore che la portò a conoscere personalmente grandi musicisti come Verdi e Wagner. Chopin lo considerava una sua “anima gemella” perché, come lei, metteva nella sua arte l’anima nuda. Interessante e piacevole, dunque, l’associazione alternata alla recitazione, delle musiche tra ‘800 e ‘900, da Rossini a Prokof’ev, da Chopin a Satie, passando da pagine popolari napoletane al rag time di Joplin, per toccare Wagner e Beethoven e approdare al mondo nuovo di Gershwin e Cage. Interventi ben coordinati e appropriati realizzati con adeguata competenza tecnica dal pianista Marco Scolastra. Commiato sull’onda di prolungati e calorosissimi applausi per i due interpreti. (gmp)