Trame sonore: gran finale con Lonquich e l’Ocm per cinque giorni al settimo cielo

MANTOVA “Cinque giorni al settimo cielo” è stato lo slogan dell’11esima edizione di “Trame Sonore”, il festival di musica da camera che dal 31 maggio al 4 giugno ha animato i luoghi più preziosi della città con uno straordinario intreccio tra musica, arte e architettura. Lo ha ricordato Carlo Fabiano, direttore artistico della manifestazione, introducendo il concerto conclusivo domenica sera al Teatro Sociale, ed effettivamente i 150 eventi e i 350 musicisti che ne sono stati protagonisti hanno offerto ai partecipanti un quadro esaltante del camerismo internazionale. Così è stato dal primo appuntamento fino alla bellissima chiusura affidata all’Orchestra da Camera di Mantova diretta da Alexander Lonquich, l’Artist in Residence del festival che, come sempre, è stato l’infaticabile animatore della manifestazione con una serie di interventi ai vertici dell’eccellenza. Perla finale, la raffinata e sensibilissima interpretazione del Concerto n. 25 in do magg. K 503 di W. A. Mozart condivisa con l’Ocm, ensemble magistrale nei risvolti tecnici e nell’approccio alla genialità mozartiana anche nell’esecuzione dell’Ouverture da Le nozze di Figaro K 492. Interminabili ed entusiastici gli applausi del Sociale, premiati dal ritorno di Lonquich al pianoforte per una poetica esecuzione di Arabeske op. 18 di R. Schumann, autore che è stato tra i più rappresentati in questa edizione del festival. Nell’ultima giornata, splendida l’interpretazione del suo Quartetto per pianoforte in mi bem. magg. op. 47 di cui sono stati apprezzatissimi protagonisti Barnabás Kelemen, violino, Katalin Kokas, viola, Nicolas Altstaedt, violoncello, e Alexander Lonquich. Salone degli Arazzi di Palazzo Vescovile ovviamente gremito e grande tributo del pubblico per la descrizione offerta dai quattro grandi strumentisti di questa pagina bellissima e di toccante intensità lirica. Altrettanto interessante l’approccio alla creatività di Schumann proposto da Gabriele Mirabassi, clarinetto, Giovanni Gnocchi, violoncello, e Andrea Lucchesini, pianoforte, che al Teatro Bibiena hanno presentato i suoi Sei studi canonici op. 56. A completare il concerto, la briosa interpretazione del Trio per clarinetto, cello e piano di Nino Rota, opera luminosa che testimonia le qualità dell’autore al di là della sua fama in ambito cinematografico. Una menzione particolare merita la partecipazione del Quartetto Prometeo che domenica ha incantato il pubblico della Sala dei Fiumi con una splendida lettura dell’intensità drammatica del Quartetto per archi n. 8 in do min. op. 110 di D. Sostakovich, Un’opera incantevole che Giulio Rovighi e Aldo Campagnari, violini, Danusha Waskiewikz, viola,e Francesco Dillon, violoncello, hanno rappresentato perfettamente, trasmettendo un forte senso di partecipazione emotiva. Grazie ancora, “Trame Sonore” e arrivederci nel 2024, dal 29 maggio al 2 giugno. (gmp)