Aiuti alla popolazione ucraina: Palidano un esempio di solidarietà

PALIDANO (GONZAGA) – Sono trascorsi sei mesi dall’inizio della guerra in Ucraina e nonostante l’offensiva russa continui a mietere vittime, le spedizioni di aiuti umanitari predisposte dai volontari e dalle associazioni del suzzarese sono proseguite senza sosta anche durante la fase post emergenza, insieme alla rete di sostegno che si è creata intorno ai rifugiati fuggiti e accolti nei Comuni di Gonzaga, Pegognaga e Suzzara.
Un sistema di supporto e assistenza a cui hanno fin da subito preso parte i volontari della polisportiva Palidanese, allestendo, in soli quattro giorni, negli spazi delle ex scuole elementari della frazione gonzaghese, un centro di prima accoglienza dove numerose famiglie ucraine hanno trascorso diversi momenti prima di trasferirsi in alloggi stabili. Un soggiorno reso più sereno anche grazie alla compagnia dei volontari e dei cittadini sempre pronti a organizzare attività per intrattenere i bambini e le famiglie. In egual maniera, fondamentale è stato il lavoro di Caritas suzzarese e Caritas diocesana: «Abbiamo trattato questa emergenza come tutte quelle ci si presentano ogni giorno – afferma Manuela Daolio, responsabile centro d’ascolto Caritas – ogni persona infatti che ci pone un bisogno o un malessere, richiede attenzione e disponibilità immediata. Questa situazione enorme e improvvisa ha portato con sè paura, traumi e tristezza. Ho visto bambini smettere di mangiare a causa della lontananza dal padre, inducendo la madre preoccupatissima a rientrare in patria. Nel complesso le accoglienze che abbiamo gestito e che stiamo ancora gestendo sono risultate quasi tutte molto positive: le famiglie ospitanti e i parrocchiani hanno mostrato da subito entusiasmo e urgenza di fare. Si sono creati legami che penso dureranno per anni. La maggior parte delle famiglie – conclude Manuela – sono rientrate, molte si sono trasferite per iniziare una vita in un altro continente, quelle rimaste si stanno sforzando per integrarsi».
Chiara Panizza, del consiglio direttivo condivide invece, alcuni episodi di solidarietà: «Conclusa l’emergenza profughi, abbiamo proseguito con le spedizioni di beni umanitari verso il fronte di guerra. Nei nostri garage non raccoglievamo solo alimenti ma anche cibo per animali e strumenti sanitari: un nostro conoscente, tuttora proprietario di una catena dedicata a prodotti per animali ci ha donato diverse confezioni cibarie e grazie a lui siamo riusciti ad inviare dei carichi pazzeschi. Ancora, – aggiunge Chiara – una dottoressa di Pegognaga in pensione ha fornito macchine per la lettura dei raggi e la sterilizzazione».