Botte ai carabinieri per aiutare l’amico latitante

In manette un marocchino e il suo ospite e connazionale che era ricercato

BOZZOLO Quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta ha detto al suo amico che si era nascosto da lui di nascondersi che se le sarebbe vista lui con gli uomini in divisa. Quando ha capito che quelli non avevano bussato alla sua porta per caso ha cercato di sviare l’attenzione dei carabinieri su di lui, ingaggiando una colluttazione terminata con il ferimento di un militare e l’arresto del padrone di casa. Poco dopo è stato trovato anche l’ospite, nascosto in un’intercapedine dietro la porta. È successo tutto tra Bozzolo e Tornata. Qualche giorno fa da Bozzolo è sparito  L.O., un 22enne marocchino che era all’obbligo di dimora. Le indagini dei carabinieri della stazione locale, coordinati dal maresciallo  Einar Ronconi, portavano in provincia di Cremona a Tornata, nell’abitazione di un altro marocchino,  A.B.D., 24 anni, dove il fuggitivo si sarebbe nascosto. Dopo le verifiche del caso i carabinieri accertavano la presenza del ricercato nell’abitazione di Tornata e là si presentavano nella serata dell’altro ieri per prelevarlo e portarlo in caserma e quindi in carcere, visto che nel frattempo a carico del 22enne era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Quando il padrone di casa apriva la porta i militari senza troppi preamboli gli dicevano di fare uscire il suo ospite dal nascondiglio in cui era ficcato. Per tutta risposta il 24enne si scagliava contro in militari ingaggiando una violenta colluttazione, durante la quale un militare veniva ferito a un braccio per una prognosi di una decina di giorni, probabilmente con l’intenzione di coprire la fuga del suo connazionale. Intenzione che veniva però frustrata: i carabinieri riuscivano infatti a bloccarlo e ammanettarlo, mentre da un’intercapedine dietro ad una porta spuntava il ricercato. Per quest’ultimo scattava l’arresto in carcere, mentre il suo amico se la cavava con una notte in camera di sicurezza in attesa del processo per direttissima che si è tenuto ieri in tribunale a Mantova per le accuse di resistenza, lesioni e favoreggiamento, per le quali ha patteggiato due anni di reclusione, pena sospesa.