Caporalato, cinque arresti nelle campagne di Ostiglia

OSTIGLIA Braccianti agricoli sottopagati, senza le necessarie protezioni e senza essere sottoposti a regolare visita medica: blitz anti-caporalato all’alba di ieri nelle campagne di Comuna Bellis, località di Ostiglia al confine con il Veneto, condotto dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, insieme ai colleghi di Gonzaga e di Ostiglia. Un blitz che si è concluso con l’arresto di cinque persone: tre pakistani e un marocchino, ritenuti dagli inquirenti i “caporali” veri e propri e un 72enne imprenditore agricolo di Legnago.
I carabinieri, coadiuvati da ispettori Inps e Inai hanno eseguito un controllo a tappeto in una zona dove attualmente è fiorente la coltivazione del radicchio rosso e dove operava un’azienda agricola con sede legale a Legnago, avvalendosi di una cooperativa che gestisce braccianti agricoli (tutti stranieri extracomunitari) con sede legale nel modenese: qui i militari hanno proceduto al controllo di 56 braccianti, provvedendo a verificare la loro posizione retributiva e assicurativa.
Tutti i braccianti sono risultati in regola con il permesso di soggiorno, ma nonostante ciò è emerso che la paga oraria era all’incirca di 5 euro. Inoltre nessuno degli operai indossava dispositivi di protezione e non erano mai stati sottoposti alla preventiva e prevista vista medica. Nell’ambito dell’imponente operazione sono stati arrestati quattro “caporali” (tre pakistani ed un marocchino) che avevano il compito, per conto della cooperativa, di “gestire” i braccianti, nonché il committente dei lavori e proprietario del fondo agricolo, un italiano 72enne. Per i primi quattro si sono aperte le porte del carcere, mentre per il committente sono stati disposti gli arresti domiciliari. Inoltre, nel contesto della medesima attività, che ha determinato la sospensione dell’attività da parte dell’Azienda Agricola, sono stati sottoposti a sequestro i tre furgoni utilizzati per il trasporto dei braccianti e sono state elevate contravvenzioni amministrative per un ammontare di 48.800 euro.
L’operazione dei carabinieri, che stanno proseguendo da tempo in una intensa attività di contrasto al lavoro nero e al caporalato, è stata accolta con vivo apprezzamento da parte del prefetto di Mantova  Carolina Bellantoni. Resta ovviamente lo sconcerto per un fenomeno che sembra estremamente complesso da debellare.