Castel d’Ario: quasi 11 quintali di bìgoi e sardèle per il ritorno della Bigolada

CASTEL D’ARIO Si è ripartiti dal 2019, ultimo anno in cui la Bigolada si era volta nel suo format tradizionale.
Una festa che sembrava inscalfibile. Poi è successo quello che sappiamo, e anche la più antica manifestazione della provincia ha dovuto pagare dazio, pur riconoscendo il lodevole sforzo da parte della Pro Loco nel “plasmare” due edizioni sui generis – quelle del 2021 e del 2022 – adeguandosi alle restrizioni e alla prudenza che il momento richiedeva.
Ma ieri il tempo era propizio per scrivere una nuova pagina di questa saga ultrasecolare, giunta alla 173esima edizione. Dalla 10.30 – rintocco della prima campanella – al tramonto piazza Garibaldi è tornata a riappropriarsi della sua fiera convivialità. I cuochi, separata l’acqua dagli spaghettoni, danno man forte per “rimestolare”, con grandi forche lignee, il condimento negli aulenti e generosi “bìgoi” pronti per la distribuzione alle flotte di commensali arrivati da tutto il circondario.
Già prima di mezzogiorno, quando il tabellino segna i 4 e rotti quintali di bìgoi cucinati, la fila è chilometrica, ma nessuno si lamenta, perché ritrovare lo spettacolo della cucina da campo con le fornelle a legna e i paioli fumanti vale il biglietto.
Tra gli stessi cuochi la voglia di fare festa è tangibile. Il ripetersi di gesti, di attese, di forchettate, di bocche piene risulteranno magari stereotipati, ma restano l’essenza della Bigolada. A commento della giornata, il presidente della Pro loco Paolo Soave ha dichiarato: «Tornare a respirare i profumi unici della Bigolada, come ai vecchi tempi, era la cosa più importante. E il riscontro è stato apprezzabile». Passano persino in secondo piano i quintali di bigoli cucinati, che a fine giornata saranno comunque 10,8. «Dopo tre anni difficili è stato bello rivedere i cuochi e i volontari della Pro Loco sulla pubblica piazza. La Bigolada resta un evento unico nel suo genere che caratterizza la storia di Castel d’Ario», ha aggiunto il sindaco Daniela Castro. Per tutta la giornata è rimasto aperto il luna park davanti al castello, mentre la verve dei Tre Amigos di Radio Pico ha come sempre animato il pomeriggio. C’è stato spazio anche per la consueta gara per decretare Re Bigolo e Regina Sardella a chi è stato in grado di mangiare, nel minor tempo, un piatto di spaghetti senza l’uso delle mani. Lo scettro è andato a Max Danny Pala di Bigarello e a Katia Crugliano di Castelbelforte. Non sono mancate, infine, le iniziative culturali con la visita guidata alla chiesa della Madonna dell’Assunta e la mostra fotografica la “Bigolada, dalla protesta alla festa” allestita presso l’oratorio dal gruppo culturale Amici del Castello, con fotografie inedite e storie tratte dal libro di Sandro Correzzola. L’indiscrezione vorrebbe l’autore pronto ad aggiornare il suo volume. Il diretto interessato glissa, ma tutti ci sperano. Nel teatro Casa del popolo, a cura della Società operaia Castel d’Ario, i visitatori hanno potuto ammirare la mostra Arte nascosta dedicata ai lavori artigianali e di hobbistica, in ricordo di Giuliano Ferrari, già presidente del sodalizio. Alle 18, con l’entrata in vigore dell’ordinanza di chiusura dei bar per evitare alzate di gomito, il sipario può finalmente calare. Per i volontari è il momento del meritato riposo.

Matteo Vincenzi