CASTIGLIONE Senza un lavoro, senza una casa, viveva qui e là bazzicando nel quartiere Cinque Continenti da circa un anno. A volte dormiva all’addiaccio, a volte al chiuso in qualche palazzo. Ma della vita e del movente che ha spinto il 29enne Benjiamin Obudur, lunedì pomeriggio, ad impugnare un’ascia seminando il panico a Castiglione, si sa ancora abbastanza poco.
Nel frattempo ieri nei confronti del 29enne si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto. Udienza che si è tenuta in carcere a Mantova e al termine della quale il giudice Gilberto Casariha convalidato l’arresto in carcere. Non solo. Cade l’accusa di strage, mentre restano in piedi le altre accuse mosse dalla Procura: due tentati omicidi, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento, porto abusivo di arma.
Difeso dall’avvocato d’ufficio Paola Goldoni, con studio proprio a Castiglione, Obudur durante l’udienza non si è dimostrato molto collaborativo. Anzitutto, nonostante al presenza di un interprete chiamato dal giudice, sia i magistrati, sia l’interprete stesso hanno avuto gravi difficoltà a comprendere le parole pronunciate dal 29enne. Non solo. A diverse delle domande che gli sono state poste, Obudur ha risposto in modo non pertinente, in parte ricordando alcune fasi del proprio passato e della propria famiglia, e in parte pronunciando parole non comprensibili. Come ad esempio quella parola – che finora nessuno avrebbe capito – probabilmente relativa al proprio passaporto. L’avvocato Goldoni ha chiesto di sottoporre Obudur a perizia psichiatrica. In merito ora dovrà esprimersi il pm.
A tal proposito, i documenti del 29enne non sono ancora stati trovati – e non è nemmeno scontato che ne abbia. L’uomo è stato identificato grazie alle foto segnaletiche e alle impronte digitali. Nel suo passato recente, infatti, il 29enne oltre che da Castiglione sarebbe transitato anche da Brescia e Verona dove avrebbe commesso alcuni reati tra cui resistenza a pubblico ufficiale. Dalla Nigeria, il 29enne sarebbe arrivato nell’isola di Lampedusa cinque anni fa.
Ai Cinque Continenti Obudur è noto. «Viveva un po’ dove capitava – afferma Omar Madel – referente del quartiere – ma aveva qualche problema, tanto che è stato segnalato diverse volte. Lo abbiamo aiutato come possibile, dandogli qualche spicciolo o qualcosa da mangiare. Solitamente mi portava rispetto, ma in alcuni casi abbiamo avuto qualche timore perché tutti sapevamo che era un tipo abbastanza problematico. Nonostante questo – aggiunge Madel – nel quartiere ora si vive meglio».
Resta il mistero sull’ascia: da dove è spuntata? Forse, semplicmente, il 29enne la teneva nascosta sotto il materasso sul quale dormiva lungo uno dei marciapiedi del popoloso quartiere. In tasca, al momento dell’arresto, gli è stato trovato anche un cutter.