PEGOGNAGA Salutato dalla moglie Antonella Fanetti, dai figli Francesco e Lucia, da un’autentica folla di amici, conoscenti, compagni di lavoro, che per l’occasione hanno stappato una bottiglia di prosecco, è partito questa mattina alle ore 8,30 in sella alla bicicletta autocostruita il neopensionato Fabio Galeotti dal piazzale del bar Barakina, per raggiungere Capo Nord, punta estrema della Norvegia, che si erge su un faraglione di particolare fascino.
Raggiungerà l’ambita méta frequentata da molti turisti che la raggiungono con ogni mezzo. Rari però quelli che scelgono la bici, perché l’itinerario prospetta un percorso molto impegnativo sotto l’aspetto fisico e climaticamente insidioso. Ad augurargli buon viaggio non poteva mancare la sua datrice di lavoro, Teresa Morbio, titolare della Paluan cui Fabio Galeotti ha dedicato gli ultimi dodici anni di attività quale operaio specializzato.
In vista del raggiungimento della pensione s’è da gran tempo attrezzato e allenato fisicamente per realizzare un sogno che coltiva da una vita: la sfida con se stesso «Avevo 13 anni quando in bicicletta da solo ho deciso di “fare la Gardesana” come si diceva allora. Era una gita molto di moda e compierla costituiva un autentico merito sportivo. Sennonché l’inesperienza mi ha giocato un brutto scherzo, perché non avevo tenuto conto degli scherzi del clima, che ad inizio vacanze scolastiche, coincidente con l’inizio estate, riserva davvero sorprese. Partito con un bel sole in sella alla bici che mi aveva regalato mio padre, in vista del Garda mi ha sorpreso un tremendo acquazzone. Inzuppato di pioggia non ho resistito al freddo, per cui ho dovuto farmi venire a prendere. Ora voglio la rivincita». Una rivincita davvero d’oltre misura: 4mila chilometri, rispetto ai poco meno dei 180 della Gardesana. Ma Fabio ha deciso. E per sostenere la dura sfida a sessant’anni contro quella dei tredici si è costruito una bici fiammante ed originale recuperando i pezzi di tre altre bici per adattarli alle sue prestazioni fisiche. «Ho programmato – ha detto – 100 giorni di pedalate tra andata e ritorno. Salvo imprevisti, naturalmente. Confido nella clemenza del cielo». A fare il tifo per Galeotti non ci saranno solo Pegognaga e Suzzara, ma l’intera Italia.