Discarica, c’è il ricorso al Tar “Pericolosa per la falda”

CASTELBELFORTE – «Siamo pronti a percorrere tutte le strade possibili per impedire che si realizzi un impianto di tali dimensioni sul nostro territorio», aveva avvertito il sindaco di Sorgà, Christian Nuvolari, in attesa del pronunciamento definitivo da parte dei funzionari di Regione Veneto. E all’indomani del provvedimento attuativo, così è stato e ci sarà ricorso al Tar.
Questa l’amara conclusione di una vicenda che va ormai avanti da due anni e mezzo, ovvero quando la RMI (Rottami Metalli Italia) di Castelnuovo del Garda individuò nella piccola frazione di Pontepossero, a poche centinaia di metri dai territori mantovani di Castelbelforte, Castel d’Ario e San Giorgio Bigarello, l’area idonea per insediare la propria attività di stoccaggio per i residui delle demolizioni di auto. «A nulla era servita la nostra segnalazione in autotutela. Come temevamo – continua il sindaco – la Regione Veneto è stata sorda al grido di allarme di tutto un territorio e ai numeri reali sugli inquinamenti delle falde acquifere. Se i funzionari sono stati sordi, spero – conclude – non lo siano altrettanto i giudici del Tar a cui ci rivolgeremo. Noi siamo convinti delle nostre ragioni e andremo fino in fondo». La chiave di volta su cui verte il ricordo al tribunale amministrativo è uno studio geologico che, secondo l’amministrazione, «conferma la presenza di una falda mediamente abbastanza alta, arrivata anche a un livello di -1,19 metri nella zona di progetto della discarica». A renderlo noto è stato l’assessore comunale all’Ambiente, Greta Rasoli, che insieme al sindaco Nuvolari è tornata a sollecitare «un contraddittorio con la RMI, in loco, vista la delicatezza e la complessità del tema». Una linea sostenuta, in virtù dell’accordo quadro sottoscritto nel 2021, anche dalle amministrazioni limitrofe del Mantovano e del Veronese, preoccupate per le conseguenze negative, sia in termini ambientali che viabilistici, che un tale insediamento porterebbe. Il fronte del «no» vede tredici enti locali compatti, tra cui la Provincia di Mantova, per un bacino di circa 50mila abitanti. Le cui rimostranze evidentemente non hanno meritato un’approfondita valutazione da parte dei funzionari e dei tecnici del Veneto. Non a caso Sorgà ha più volte puntato il dito verso la Regione per «aver dato l’ok a una discarica che prevede il conferimento in 6 anni di 950.000 tonnellate di rifiuti per una superficie di 116.000 metri quadrati e che, carte alla mano, non avrebbe rispettato la normativa sugli acquiferi pregiati né tenuto conto dell’inidoneità delle strade di collegamento a supportare il via vai giornaliero di mezzi pesanti».

MATTEO VINCENZI