Doveva stare lontana dal padre, i carabinieri la trovano in auto con il genitore. Arrestata una 39enne

PORTO MANTOVANO Nelle prime ore di ieri, giovedì 8 maggio, i Carabinieri della Stazione di Porto Mantovano hanno arrestato una 39enne italiana, residente a Mantova, poiché – in ipotesi accusatoria – ritenuta responsabile della violazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento al padre applicata dal Gip presso il Tribunale di Mantova nel Luglio 2023.

In particolare, i Carabinieri nell’ambito di un mirato servizio di prevenzione e controllo del territorio, finalizzato al contrasto dei reati contro la persona ed il patrimonio, hanno dedicato particolare attenzione alle vie di accesso ed esodo al comune di Porto Mantovano. Durante le attività di controllo i Carabinieri hanno intercettato una vettura con tre soggetti a bordo. L’auto, in transito in una zona periferica del comune, è stata fermata e i suoi occupanti sono stati puntualmente identificati. Le verifiche sul conto degli stessi hanno permesso di appurare che una donna a bordo dell’auto era sottoposta a una misura cautelare che gli imponeva il divieto di avvicinamento al padre per pregressi reati di lesioni personali e maltrattamenti in danno dell’uomo che, in quel momento, si trovava con lei in macchina.

Pertanto, trovandosi nella flagranza del reato di violazione della misura cautelare, che aveva come finalità quella di tutelare la vittima e prevenire il rischio di ulteriori atti di violenza, i Carabinieri hanno proceduto all’arresto della donna, previsto in via obbligatoria per tale reato. L’arrestata, dopo le formalità di rito, è stata posta agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Nella mattinata odierna, il Tribunale di Mantova, su richiesta della locale Procura, ha convalidato l’arresto e nel conseguente giudizio con rito direttissimo ha concesso i termini a difesa, rinviando l’udienza a data successiva.

L’operazione evidenzia, ancora una volta, la costante attenzione dei militari dell’Arma ai reati concernenti la violenza di genere e quella domestica ed alle misure di tutela delle vittime, nella considerazione che il ciclo della violenza può avere, anche dopo periodi di apparente pentimento e riavvicinamento tra indagati e persone offese, una recrudescenza molto pericolosa per l’incolumità delle vittime.