Ieri a Sabbioneta l’ultimo abbraccio della comunità a don Ennio

SABBIONETA –  Sono diverse le comunità del territorio che ieri mattina si sono riversate nella chiesa dell’Assunta per l’ultimo saluto a don Ennio Asinari. Segno della presenza incisiva del sacerdote, che dopo gli anni iniziali a Pomponesco e in altri piccoli centri del viadanese ha trascorso metà della sua vita a Sabbioneta, parrocchia che ha retto dal 1980 al 2008.
Poco meno di una ventina di sacerdoti presenti per la cerimonia di suffragio e due i Vescovi diocesani, Mons. Antonio Napolioni e l’emerito Dante Lafranconi, insieme ai sindaci di Sabbioneta, Bozzolo, Pomponesco e San Giovanni in Croce (quest’ultimo senza la fascia ufficiale).
Per ripercorrerne brevemente la figura mons. Napolioni si è rifatto al libro “Un don per amico”, che don Asinari aveva scritto qualche anno fa. «Fin dai primi impegni pastorali – ha detto il Vescovo – don Ennio si è impegnato per nobilitare la vita delle persone semplici e quando è arrivato a Sabbioneta è stato costretto ad approfondirne lo studio, insieme a quello del suo fondatore, di cui è diventato prima scopritore, poi divulgatore e quindi difensore, non senza qualche frizione con le istituzioni». Nel frattempo nasceva il centro culturale “A passo d’Uomo”. Questa la parola chiave da cui il vescovo ha preso spunto per tratteggiarne i passi compiuti nella vita: «Il primo è stato quello di tentare di mettersi al passo degli altri, per promuovere cultura e umanità, consapevole che bisogna usare prudenza, perché muovendosi si può anche sbagliare sentiero; il secondo passo è quello personale, la fatica di camminare con se stessi, prendendo coscienza dei propri limiti; il terzo discende dalla “U” maiuscola con cui è scritta la parola Uomo. L’Uomo a cui guardare, infatti, è Gesù, il figlio di Dio, quel compagno di viaggio che don Ennio ha cercato nascosto nei membri della propria comunità, che è corpo di Cristo. Dobbiamo essergli grati per tutto quello che ha fatto e pregare per lui, con l’accortezza di stare anche noi al passo nella comunità di oggi e portare a frutto ciò che don Ennio ha seminato».
Rispettati tutti i suoi desideri, compreso quello di far trasportare la bara a spalla, ma solo da giovani. Nonostante i 91 anni appena compiuti, infatti, don Asinari non si è mai sentito vecchio e il suo sguardo era rivolto più al futuro che al passato, anche se si era fatto cultore della memoria.