Il cyberbullismo si combatte insegnando il rispetto

“Fenomeni di questo genere sono diventati una vera e propria emergenza sociale”

RONCOFERRARO «Prevenzione dei fenomeni di bullismo, di cyberbullismo e dei rischi virtuali» è stato il tema dell’incontro formativo svoltosi alla scuola secondaria “Fancelli” di Roncoferraro e che ha visto gli interventi della dirigente  Francesca Palladino , della psicologa  Marzia Minelli , del maresciallo maggiore dei carabinieri  Claudio Bianchini  e dell’insegnante di Arte e curatrice del progetto  Raffaella Garosi . L’incontro rivolto a ragazzi, genitori e insegnanti ha riscosso una grande partecipazione. «Un momento di riflessione che si è aggiunto alle iniziative e agli intenti iniziati e in atto nelle classi – ha sottolineato la Garosi -. Bisogna sensibilizzare i giovani e i meno giovani alla cultura della legalità. Fenomeni di questo genere sono diventati una vera e propria emergenza sociale, una malattia cronica del nostro Paese a cui dobbiamo assolutamente porre un freno e soprattutto rimedio». È emerso che il cyberbullismo è addirittura più grave del bullismo, proprio per le difficoltà a combatterlo. Perché il bullismo è per la strada, a scuola, in un centro commerciale, in un campo di calcio, nei luoghi di aggregazione sociale, un atto comunque visibile. Il cyberbullismo, invece, è un fenomeno subdolo, non visibile, che può partire, ad esempio, da una frase o una finta notizia di Facebook che in 30 secondi può raggiungere migliaia di persone. Il progetto presentato a Roncoferraro contempla anche uno “sportello grafico”, con una particolare urna che raccoglierà informazioni che saranno poi visionate dalla psicologa, e varie attività scolastiche di formazione per gli alunni (tutoraggio e assemblee di classe con specifici ordini del giorno). «“Presi nella rete” è il bando regionale che ha dato la possibilità di maturare importanti esperienze attraverso laboratori e la realizzazione di video-spot di sensibilizzazione – ha aggiunto la Garosi – che hanno avuto come protagonisti i ragazzi dei vari comprensivi aderenti all’iniziativa, con l’auspicio di renderla sempre più ampia e risolutiva a cospetto delle emergenze, perché oltre alla prevenzione crediamo nel lavoro di squadra. Chi prevarica la dignità dell’altro va individuato e bloccato».