Mazzolini di lavanda e palloncini lilla per l’addio alla piccola Geasmin

VILLIMPENTA Ieri mattina Villimpenta si è fermata per dare l’ultimo saluto a Geasmin Marica Zimbru, la tredicenne spirata nella notte tra martedì e mercoledì a causa della rara malattia ai polmoni con la quale combatteva da quando aveva un anno. La chiesa di San Michele Arcangelo e il sagrato circostante erano già pieni – seppur nel rispetto dell’attuale normativa – mezz’ora prima dell’arrivo del feretro. Ad accoglierlo i compagni di seconda media, ciascuno con in mano un mazzolino di lavanda, il fiore preferito di Geasmin, ma anche tantissimi cittadini.
Raccoglimento, tristezza e dolore i sentimenti che trasparivano dai volti dei presenti. Molti occhi bagnati di lacrime e un irreale silenzio per realizzare la portata della tragedia. Cerca le parole per spiegare quello che è difficile da accettare, il parroco di Villimpenta don Nelson Furghieri. Parla ai cuori spezzati di mamma Maria, papà Vasile (per tutti “Barone”) e della sorellina Gloria, ma anche del personale medico dell’ospedale di Padova – ieri presente – che da anni la seguiva e di amiche e amici che martedì non avevano voluto mancare alla festa anticipata del suo compleanno: «Oggi piangiamo una giovane e preziosa creatura che purtroppo ha solo sfiorato questo mondo. La sua vita è stata come un fiore bellissimo e delicato, reso presto fragile dalla malattia. Tuttavia alla fragilità fisica (quattro anni fa era anche stata sottoposta a un trapianto di polmone, ndr) Geasmin ha contrapposto una grande forza di carattere e di spirito: la sua sofferenza è stata d’insegnamento per tutti, nella consapevolezza che la morte è la porta che ci spalanca la via per l’eternità». Prima di lasciare il pulpito, il sacerdote ha letto il messaggio arrivato dal vescovo di Mantova Mons. Marco Busca. Le parole più toccanti per la famiglia: «Gesù è vicino alla mamma, al papà e alla sua sorellina. Adesso la loro piccola può camminare serena in una nuova vita». Nei pensieri dei compagni di classe e delle maestre i ricordi dei brevi momenti trascorsi insieme. «Geasmin ci ha insegnato a sorridere sempre e a non arrendersi mai. Impossibile non restare affascinati dal suo modo di essere e dalla capacità di guardare le cose con semplicità». L’uscita della bara bianca dalla chiesa è stata accompagnata da un lungo applauso e dal lancio in cielo di palloncini lilla, il colore che Geasmin amava. I genitori hanno fatto di tutto per curarla ma alla fine la malattia s’è portata via il sorriso di questa ragazzina dagli occhi chiari e pieni di luce che con coraggio cercava di non fare pesare la propria condizione per alleviare il tormento di mamma e papà. Un fiore raro e profumato reciso troppo presto, che ora potrà risbocciare nei prati del paradiso.

Matteo Vincenzi