PEGOGNAGA Il piano demolizione della pericolante chiesa parrocchiale dell’Assunta a Pegognaga procede secondo programma. I vari step d’intervento sono funzionali a due precisi obiettivi: salvaguardia e conservazione di arredo e oggetti sacri e rispetto dell’ambiente. Nei giorni scorsi aziende specializzate hanno rimosso campane, opere d’arte, arredi interni. Prima di procedere all’abbattimento vero e proprio dell’imponente immobile, curia e parrocchia, rappresentate dal parroco don Flavio Savasi, dai progettisti Enrico Maria Raschi e Sara Lonardi, dal team sicurezza composto da Antonio Fabbri ed Elena Bellini, da Alessandro Campera, responsabile unico del procedimento, da Paolo Mari e Sergio Cortese dell’impresa edile Bottoli, e alla presenza dell’assessore ai lavori pubblici del comune di Pegognaga, Stefano Cagliari, hanno convocato una riunione dei frontisti, per illustrare loro le fasi di demolizione.
Ha descritto il procedimento l’architetto Raschi, spiegando che l’abbattimento viene effettuato con gru munite di maxitenaglie idraulicamente pilotate, che demoliranno i muri, iniziando dall’alto scendendo a livello terra, spingendo il pietrisco all’interno dell’immobile. Accorgimento molto importante: onde azzerare il diffondersi di polveri, le tenaglie sono munite di idrante per irrorare gli inerti durante l’esecuzione demolitoria. I lavori, che secondo il cronoprogramma del progetto, inizieranno dal sagrato per concludersi all’abside della chiesa, avranno una durata complessiva che andrà dai 45 ai 60 giorni, a cominciare da questi primi di febbraio; nebbia permettendo.
Ricordiamo che nelle scorse settimane sono iniziati alcune dei lavori preparatori alla demolizione vera e propria che, come comprensibile, ha una sua particolare complessità dovuta proprio alle dimensioni dell’edificio religioso e alla sua collocazione; in questo senso si inserisce l’incontro che curia e parrocchia hanno promosso pensando alle esigenze dei frontisti che si trovano in via Tazzoli, a pochi passi dall’imponente edificio.