Pd in alto mare, dopo il no a Roveda si dimette il segretario locale Zera

Manca l’accordo sul candidato

Il segretario Pd provinciale Marcheselli

RONCOFERRARO  Disaccordo nel Pd di Roncoferraro, che riflette quanto il partito sia profondamente diviso in merito al candidato da esprimere alle elezioni amministrative di primavera. Dopo la rottura con il sindaco Federico Baruffaldi, che a seguito delle ripetute frizioni col partito da circa un anno e mezzo sta portando avanti il mandato con una maggioranza tutta nuova (ne fanno parte anche due esponenti di Volta Pagina – Mario Rigoni e Luca Papotti – e la leghista Claudia Serafini), il Partito Democratico aveva costituito un gruppo autonomo di opposizione. Ma adesso che il tempo comincia a stringere (le elezioni sono previste per domenica 26 maggio), è emersa una totale divergenza sulla scelta del nome chiamato a sfidare il sindaco uscente e il candidato della coalizione di centrodestra (in pole ci sarebbe il civico Sergio Rossi, anche se in casa Fi si sta ancora discutendo sugli eventuali nomi da inserire in lista), tanto da spingere il segretario locale dei Democratici Angelo Zera a dimettersi. Nessun commento dall’interessato, che puntava, insieme ai “saggi” del partito, sulla candidatura dell’ex primo cittadino Candido Roveda.
Di parere diverso si è però mostrata la maggioranza dei tesserati, che avrebbe preferito una figura alternativa come Carlo Filippi, già assessore proprio con la giunta Roveda. Questo ha portato ad uno strappo insanabile tra le parti, culminato con le dimissioni di Zera. Tocca così al segretario provinciale Marco Marcheselli tentare di ricucire la delicata situazione. «Tengo a precisare che Zera non è stato sfiduciato – ha dichiarato -. L’incarico conferito ai saggi era unicamente esplorativo e non decisionale, dunque non aveva la pretesa di stabilire una scelta definitiva prima di un dibattito approfondito nel direttivo». Marcheselli resta comunque fiducioso sulla risoluzione della questione: «Va trovata la quadra, perché c’è una campagna elettorale da organizzare. Spaccarsi in questo momento sarebbe deleterio».

Matteo Vincenzi