Roncoferraro, una stele in memoria di Remo Alessi, internato a Buchenwald dal 1943 al 1945

RONCOFERRARO – Una stele commemorativa nel giardino della biblioteca “G. Zamboni” per omaggiare  Remo Alessi , prigioniero dal 1943 al 1945 nel campo di concentramentodi Buchenwald e che in tarda età cominciò a narrare la sua esperienza. La cerimonia ha di fatto aperto le celebrazioni della ricorrenza in memoria delle vittime dell’Olocausto. Il sindaco  Sergio Rossi  ha sottolineato come il tributo a Remo «fosse imprescindibile nel Giorno della Memoria, e attraverso un segno visibile sulla pelle del nostro territorio, che possa rammentarlo ai concittadini roncoferraresi, come esempio di coraggio di vivere e di superare le avversità». È così seguito il toccante ricordo della figlia  Monica , che ha tratteggiato la figura di un uomo semplice, partito ragazzo per la guerra e tornato uomo marchiato da un dolore che ha tenuto nascosto per oltre 60 anni. «Mio padre – ha raccontato – ha cominciato a parlare della sua esperienza di prigionia soltanto quando aveva 86 anni, sebbene gli incubi notturni ricorrenti li ha spiegati per oltre mezzo secolo genericamente solo con la guerra, anche se si è poi scoperto che scaturivano dagli anni di prigionia». La figlia ha rammentato che il lascito più importante di suo padre è stato il “perdono”. Remo anche davanti a platee di studenti ripeteva di aver perdonato i suoi aguzzini, «perché non sapevano quello che stavano facendo… io ho vissuto il resto della mia vita con la coscienza in pace, non so se loro abbiano potuto fare lo stesso». La dirigente scolastica  Mariella Difato  ha approfittato per chiarire l’utilità di insegnare la storia. «La conoscenza impedisce l’oblio – ha detto -. La storia va conosciuta sì attraverso i libri, ma anche promuovendo manifestazioni di questo tpo. . Si dice che rimane nella memoria ciò che ci tocca dal punto di vista emozionale, sapere che il respiro della storia passa anche dalle nostre piccole realtà ci aiuta ad aderire in maniera emozionale ai fatti e a ricordarli più facilmente. Adesso – ha concluso la dirigente – diamo un volto a una di quelle persone che hanno vissuto quel dramma della storia». La vicepresidente dell’ANCR (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – Sezione di Roncoferraro)  Livia Calciolari  ha indicato in Remo un esempio di uno dei quasi 700.000 militari italiani internati nei lager nazisti dopo l’8 settembre. «Nei 5 anni che hanno preceduto la sua morte ha narrato agli studenti la sua tragica esperienza – ha svelato l’insegnante in pensione -. La conoscenza e la consapevolezza sono gli unici antidoti al revisionismo e alle manifestazioni di odio razziale sbandierati senza ritegno e con una colpevole superficialità. Remo sentiva il dovere morale di testimoniare soprattutto dopo aver ricevuto dal Prefetto la Medaglia d’onore». Una testimonianza che restituisce un’umanità piena di dignità e speranza che ha saputo opporsi al processo di disumanizzazione e al proprio destino “dominandolo dall’interno”.

Matteo Vincenzi