Scatola con due gattini gettata nella discarica di Villimpenta

VINCENZI – Due micini, probabilmente di nemmeno una settimana di vita, chiusi in uno scatolone sigillato con lo scotch e poi gettati da qualche manigoldo nel cassone scarrabile della carta. Questa la scena scioccante che si è trovato davanti  Alberto Calera responsabile della piazzola ecologica di Villimpenta, pochi minuti dopo aver raggiunto il luogo di lavoro. Mentre stava sistemando gli spazi così da poter poi aprire il portone d’ingresso ai cittadini che da lì a pochi minuti avrebbero cominciato ad entrare con le loro auto per conferire i rifiuti nei vari comparti, ad un certo punto ha sentito dei flebili miagolii. «Non capivo da dove provenissimo, tanto che ho fatto un giro fuori dalle mura della piazzola ecologica per vedere se magari fossero in mezzo all’erba o nel campo dietro al cimitero». Una ricerca vana e difficile, anche perché tutto d’un tratto il lamento delle piccole bestiole, evidentemente stremate da tre giorni di brutale “segregazione” in una scatola, s’era improvvisamente interrotto, salvo poi riprendere dopo una manciata di secondi. «Lì ho compreso che dovevano essere da qualche parte all’interno della piazzola, e che probabilmente erano sotto dei cumuli di rifiuti, considerato che da sabato a mercoledì (i due giorni in cui l’area resta aperta al pubblico, ndr) resta talvolta depositato il materiale prima che venga caricato con il granchio sui bilici e portato nelle sedi di smaltimento». L’uomo non ha esitato a salire sulla scala e ad introdursi nel cassone per cercare di recuperare i gattini abbandonati, lasciandosi “guidare” dall’intensità dei loro lamenti, nel frattempo ripresi. La sua caparbietà veniva premiata dopo un paio di minuti di ricerca. «La scatola dove erano stati messi era chiusa con lo scotch, si trovava praticamente in fondo al grosso contenitore di ferro. L’ho presa e poi sono risalito, quindi li ho avvolti in una copertina che avevo nel baule per riscaldarli, dopodiché ho chiamato in municipio e avvisato la Polizia locale per informala di quello che era successo». Le piccole bestiole – fortunatamente già adottate – erano infreddolite e incredibilmente affamate e disidratate. Chi li ha abbandonati lo deve aver fatto subito dopo il parto di mamma gatta, come se fossero un mucchio di carne senza vita, confermando la viltà di un gesto che contestualmente ci dà la dimensione della malvagità di certi individui.

Matteo Vincenzi