CASTELLUCCHIO Si trova ricoverato in ospedale a Pavia da mercoledì sera, il 75enne Nello De Angeli, dove è giunto per mezzo dell’elisoccorso e ora è in attesa che gli venga estratto un proiettile dal corpo. E da ieri, sempre nella sua stanza del nosocomio pavese, è anche piantonato dai carabinieri e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di tentato omicidio nei confronti del genero, il 47enne Alberto Dalseno.
Perché un tassello alla volta i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Viadana stanno ricostruendo quanto accaduto mercoledì sera in via Salvador Allende, dietro alla stazione di servizio Tamoil e a due passi dalla strada statale Padana Inferiore.
Qui infatti l’altra sera verso le 19.30 tra De Angeli e suo genero, l’autotrasportatore Alberto Dalseno, sarebbe scoppiata una lite furibonda. Una delle tante, dice chi abita a due passi dalla famiglia: ormai liti quotidiane. Se in altri casi però i litigi finivano come solitamente finiscono in famiglia, ovvero cercando di sopire o dimenticare l’accaduto, mercoledì l’epilogo è stato diverso.
Al culmine dell’alterco infatti De Angeli avrebbe estratto la propria pistola Beretta, detenuta legalmente, e avrebbe fatto fuoco contro il genero, colpendolo all’addome. Il proiettile è entrato e poi uscito senza ledere organi vitali. Poi, subito dopo, il secondo sparo. In questo caso sarebbe stato De Angeli stesso a rivolgere l’arma da fuoco contro di sé. Gesto volontario dovuto alla disperazione e alla consapevolezza di ciò che era appena accaduto? Colpo partito accidentalmente nella foga di quei drammatici istanti? Sta di fatto che il 75enne si sarebbe ferito da solo con un colpo di rivoltella al fianco. In questo caso però il proiettile è rimasto all’interno della ferita e ora De Angeli, in ospedale a Pavia, è in attesa dell’intervento di estrazione che dovrebbe venire eseguito nella giornata di oggi. Né De Angeli né Dalseno sarebbero a questo punto in imminente pericolo di vita e nei confronti del 47enne non sarebbe stato preso, almeno per il momento, alcun provvedimento.
L’arma è stata ritrovata nel cortile a diversi metri da dove è accaduto l’episodio: sarebbe stata stata strappato di mano al 75enne dalla una delle due mogli di casa e gettata lontano prima che la situazione potesse ulteriormente degenerare.
Stando a quello che risulta da alcune testimonianze, tra De Angeli e Dalseno il rapporto era ormai lacero. Tra il 75enne e il 47enne, che abitano con le rispettive mogli nell’ampio caseggiato di via Allende, ormai da parecchio tempo i rapporti sarebbero particolarmente complicati e difficili, con litigi e sfuriate quotidiani. Uno dei motivi potrebbe trovare origine in quella che era l’attività lavorativa del 75enne. Da semplice idraulico, infatti, De Angeli era riuscito a mettere in piedi un’impresa particolarmente fiorente che si occupava, oltre che di opere idrauliche, anche della vendita di abitazioni che in parecchi casi gli venivano affidate come pagamento per i lavori che svolgeva.
Quella che era un’attività florida però una decina di anni fa ha subìto una frenata oltremodo brusca, fino – in pratica – al fallimento dell’azienda. Tanto che proprio 7-8 anni fa il caseggiato di via Allende finì all’asta e furono Dalseno e la compagna, accendendo mutui e con uno sforzo economico non indifferente, ad acquistare l’abitazione dove tutt’ora vive tutta la famiglia (De Angeli e moglie, Dalseno e compagna con figlia ancora piccola).
Una situazione dai risvolti economici e di convivenza quasi forzata, questa, che nel tempo avrebbe provocato non pochi problemi e tensioni all’interno del nucleo familiare, sfociati in litigi e alterchi ripetuti ormai da parecchio tempo, come quello che mercoledì sera si è concluso nel sangue. (gb)