Illusione autonomia regionale?

Italia a colpo d'occhio

MANTOVA Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, tre regioni europee che se si autogovernassero, trattenendo sul loro territorio il frutto del proprio lavoro, ad esempio per la Lombardia almeno il 75 per cento delle tasse pagate dai propri cittadini, dimostrerebbero per l’intero territorio nazionale la prima, vera spending review. Vogliamo ricordare che 54 sono i miliardi di euro del residuo fiscale della Lombardia, intendendosi la differenza tra le tasse pagate allo Stato dai cittadini lombardi e quanto lo Stato restituisce alla Regione. Tranquilli, se l’Italia vuole sopravvivere, sicuramente, l’autogoverno delle Regioni sarà l’obiettivo finale, oggi accontentiamoci dell’autonomia differenziata. Intimiamo al ministro Matteo Salvini di non mollare, pretendendo dal suo dirimpettaio di governo di mantenere gli impegni sottoscritti nel Contratto. Un passaggio fondamentale per le tre Regioni, che insieme costituiranno, come preconizzava Gianfranco Miglio, L’Euroregione Padana, quando anche l’Europa dovrà passare dai nazionalismi ad una federazione di Stati. Ministro Salvini attento al passare del tempo, in bilico potrebbero esserci molti voti, le trappole per farle voltare le spalle di Lombardia e Veneto, fino ad oggi il suo Nord, sono tese per portarla a deludere la fedeltà di questa gente che se si sentisse tradita non ci sarebbe recupero possibile. Per di più l’autonomia differenziata nel pieno rispetto della Costituzione è risultata una richiesta popolare fatta tramite referendum, pertanto diventata un impegno istituzionale a cui il governo non può esimersi dal dare una risposta. I veneti, i lombardi, gli emiliani non chiedono altro se non di essere delegati ad amministrare direttamente materie che li interessano da vicino, proprie degli ambiti territoriali e dei loro aspetti antropologici, del loro modo di vivere e dell’applicazione del principio della responsabilità di spesa. Questi cittadini ritengono impossibile, del resto è accaduto fino ad oggi, il centrare nei provvedimenti unici fatti dal governo centrale le esigenze dei cittadini di tutta la nazione, così come far valere per tutti una medesima responsabilità di spesa, perché molteplici sono le differenze esistenti da Nord a Sud, addirittura tra Regione e Regione. Diciamo cose che il ministro Salvini conosce perfettamente, e sa benissimo che i tempi sono maturi, per cui non ci sono “né se né ma” per non concludere, a meno che i tempi lunghi non servano a nascondere il “No” alla riforma da parte dei grillini. Vogliamo ricordare al ministro Di Maio che in Lombardia e Veneto il M5stelle è stato d’accordo nel fare i referendum e si è adoperato per il loro successo. Nel tour elettorale nelle regioni in attesa di risposta Matteo Salvini non dimentica il dossier autonomie. “Io la parola la mantengo – dice il leader della Lega – conto che la mantengano tutti gli altri, perché l’Italia è bella, è lunga e più i poteri sono vicini ai territori, più è facile spendere bene ed è difficile rubare e sprecare”. In quanto a convinzione ci siamo, ma la pratica è ferma così come le posizioni dei due azionisti di maggioranza sono distanti: la Lega dice “Si”, il M5s dice “No”. In attesa delle europee? Se Di Maio vuole passare le elezioni il risultato potrebbe condizionare una richiesta che rispecchia la volontà di oltre 5 milioni di cittadini della Lombardia e del Veneto. I due governatori Fontana e Zaia “pretendono, a ragione”, si operi prima delle elezioni europee, almeno l’accordo fatto fra il ministro degli Affari regionali Erika Stefani e i responsabili regionali venga approvato dal Consiglio dei Ministri e passato alla camera dei deputati per la relativa lettura. In questi giorni gli ostacoli a ciò si moltiplicano e diventano supporto a rimandare da parte Di Maio, che nell’autonomia regionale vede un vantaggio elettorale per la Lega. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna vogliono questo risultato, anche se per quasi tutte le altre regioni la preoccupazione per tale concessione è forte. Per cui il tema resta caldo. In Campania, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris accusa Salvini di guardare solo al Nord. Pure il sindacato nazionale è sul piede di guerra. Per il leader della Cgil Maurizio Landini l’autonomia differenziata “è molto pericolosa. Non risolve i problemi, soprattutto se non c’è un progetto generale di sviluppo del Paese”. Affermazioni che nascondono la delusione sul progetto di sviluppo del Paese, che non riguarda le singole Regioni e le loro attribuzioni, ma la politica generale dello Stato centrale.
Gastone Savio