Attività complesse? Il cervello le ricorda spezzandole

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Foto di Elisa Riva da Pixabay

Dal compiere un salto in alto al suonare uno strumento musicale, l’esecuzione “a memoria” di sequenze di movimenti è indubbiamente uno delle abilità che caratterizzano il comportamento umano. A questo proposito, si è sempre ritenuto che l’allenamento e la ripetizione continua di una sequenza permettessero al cervello di memorizzarla come un’unica entità e ripeterla in futuro.

Una recente ricerca sembra invece mostrare un diverso meccanismo di funzionamento della memoria procedurale: i movimenti che richiedono particolari competenze verrebbero infatti memorizzati in più aree e combinati solo al momento di compiere l’azione completa. A rivelare questo particolare funzionamento del cervello è uno studio dei ricercatori dell’Università di Birmingham e dell’Università di Bangor pubblicato sulla rivista internazionale “Journal of Neuroscience”.

In particolare, gli esperti hanno scoperto che il cervello memorizza separatamente l’ordine (il cosa) e la tempistica (il quando) dei movimenti più complessi; quando la persona inizia l’azione, ordine e tempistiche vengono poi combinate e trasferite come specifici comandi di movimento.

“Ciò che sorprende è che il cervello separi queste abilità nelle loro caratteristiche costitutive piuttosto che codificarle come una memoria muscolare integrata, anche dopo un lungo allenamento. – ha commentato la dottoressa Katja Kornysheva, ricercatrice principale del Center for Human Brain Health dell’Università di Birmingham – “Le informazioni vengono recuperate separatamente dalla memoria quando le prepariamo per l’esecuzione, prima di essere riunite per iniziare il compito. Forse questo meccanismo di apertura ci aiuta a rimanere flessibili per gli aggiustamenti, anche nelle ultime centinaia di millisecondi prima di iniziare il movimento, ad esempio se dobbiamo cambiare la velocità o il tempo di un’azione imminente”.

Questa nuova scoperta, secondo i ricercatori, potrebbe contribuire a migliorare la riabilitazione motoria delle vittime di ictus.

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