Crisi del settore tecnologico: anche Microsoft si arrende e licenzia

Foto di efes (efes-18331) da Pixabay

La festa nella Silicon Valley è davvero finita. Anche Microsoft, rimasta in questi mesi apparentemente indenne dalla crisi nel settore tecnologico, si prepara a tagliare migliaia di posti di lavoro. L’annuncio, anticipato da Sky News, è stato confermato dallo stesso amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella: entro l’autunno del 2023 l’azienda fondata da Bill Gates licenzierà oltre 10mila dipendenti, in particolare nell’area risorse umane e nella progettazione.

La ragione di questa scelta è spiegata chiaramente da Nadella all’inizio della lettera inviata ai suoi dipendenti e pubblicata sul blog aziendale ufficiale: “Durante la pandemia abbiamo visto i clienti accelerare la spesa in digitale, ma ora li vediamo ottimizzare le spese per ottenre di più con meno. Inoltre, le aziende di tutti i settori e di tutte le aree geografiche si stanno muovendo una certa cautela, dato che alcune parti del mondo sono in recessione e per altre se ne sta avvicinando una.”

Ma la scia di tagli nel settore dell’Information Technology è lunga. Già in novembre aveva fatto il giro del mondo la notizia di altrettanti licenziamenti da parte di Meta: la società madre di Facebook, per la prima volta nella sua storia quasi ventennale, era stata infatti costretta a ridurre del 13% il numero dei dipendenti. Meno repentino ma altrettanto importante è il ridimensionamento attualmente in corso nel colosso Amazon. Nel 2022 i tagli avevano coinvolto principalmente il gruppo che sviluppa e costruisce l’assistente digitale Alexa e gli altoparlanti intelligenti Echo. In questi giorni, una nuova tornata di licenziamenti riguarderà soprattutto la divisione del commercio al dettaglio e le risorse umane: il risultato sarà una riduzione del 5% del numero di dipendenti aziendali di Amazon in tutto il mondo.

La decisione di Microsoft conferma la crisi del settore e lascia intendere che il contesto continuerà a peggiorare. Le aziende infatti non sembrano intenzionate, al momento, a investire in nuovi prodotti e nuove assunzioni. Un esempio per tutti: sul sito di Amazon, tra le altre cose principale fornitore al mondo di servizi cloud, il numero di posizioni di lavoro aperte aperte nella categoria “sviluppo software” è passato gradualmente da oltre 30mila a 300 in soli 9 mesi. (eg)